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Francia: "Fate sbarcare i migranti della Ocean Viking e li prenderemo noi"

Possibile svolta nel caso dei 23o profughi in balia del mare da dieci giorni

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«La Francia è pronta ad accogliere» i 234 migranti soccorsi nel Mar Mediterraneo dalla nave Ocean Viking «come ogni Paese». Lo ha dichiarato a France Info il ministro della Solidarietà francese, Jean-Christophe Combe, sottolineando che si tratta di una «questione di umanità». «Deve esserci un porto in Europa o in Francia che possa accoglierli, che possa curarli - ha proseguito Combe - Non li lasceremo morire in mezzo al Mediterraneo, non li lasceremo andare alla deriva».

In mattinata il governo norvegese aveva negato responsabilità nell'accoglienza, nonostante la ong in questione battesse proprio bandiera norvegese.

«Per noi l’importante è che le persone sbarchino in un porto sicuro, e lo facciano al più presto. Non ci occupiamo di gestione di flussi migratori, ma di soccorso in mare». A dirlo all’Adnkronos è Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia, dopo l’apertura del Governo francese che si è detto pronto ad accogliere una parte dei 234  migranti a bordo dell’Ocean Viking, se l’Italia consentirà lo sbarco dei naufraghi, alcuni dei quali ormai da 13 giorni sulla nave umanitaria, dopo essere stati soccorsi tra il 22 e il 26 ottobre nel Mediterraneo centrale.

Sul ponte ad attendere di poter sbarcare restano anche 14 donne e 57 minori: 43 hanno affrontato la traversata in mare su barchini insicuri e sovraccarichi da soli. Il naufrago più giovane ha appena 3 anni. «Da anni ripetiamo che gli Stati dell’Europa del nord e centrale dovrebbero farsi carico delle persone soccorse, aiutando e alleviando la pressione che grava sui Paesi costieri come l’Italia», sottolinea Porro. Ecco perché la presa di posizione del Governo francese «in un certo senso ci fa piacere», spiegano dall’ong. «Per noi la priorità, però, resta lo sbarco immediato di donne, uomini e bambini con il completamento dell’operazione di soccorso». Intanto, le condizioni sanitarie a bordo peggiorano. «Medici e personale sanitario fanno fronte alle emergenze - spiegano i soccorritori -, ma ci sono casi che non possono essere trattati a bordo di una nave».

Ora si attende una risposta del governo italiano,

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