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Panico nel Pd del Lazio dopo la rottura coi grillini. Leodori: non facciamo saltare tutto, altrimenti...

Il timore di una spaccatura che costerebbe la Regione alla sinistra: "Teniamo separate le dinamiche locali da quelle nazionali"

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La rottura nazionale tra Pd e 5 Stelle, che non accenna a ricomporsi nonostante gli appelli di Enrico Letta a fare una "opposizione unitaria", potrebbe avere degli effetti pesantissimi sulle prossime Regionali. E in particolar modo nel Lazio, dove la Giunta uscente di Nicola Zingaretti rappresentava quel "campo largo" con i grillini che ora potrebbe essere difficile ripetere.

Ne è consapevole, e alquanto preoccupato, Daniele Leodori, numero due della Regione Lazio, che oltre a essere uno degli aspiranti successori di Zinga è anche il maggiore artefice del rapporto con i grillini nel Lazio. Al Corriere della Sera Leodori spiega che "il dibattito nazionale dve essere tenuto separato da quello locale". "La discussione nazionale è una cosa - continua - gli obiettivi strategici regionali sono un'altra. Tra alleati vi sono spesso divergenze, l'importante è essere d'accordo su cosa fare per i cittadini: i programmi contano più delle formule".

L'appello ai vertici del M5S affinché depongano le armi, almeno nel Lazio, è evidente. E d'altronde le ultime Politiche insegnano come in questo momento l'unica strada per contrastare il centrodestra è quella di creare un'ammucchiata il più ampia possibile, altrimenti si rischia di finire come a Roma Centro, dove una storica roccaforte "rossa" è finita al centrodestra perché la sinistra era divisa in tre tronconi: Pd, M5S e calendiani.

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