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Governo di centrodestra, Matteo Salvini presenta la lista dei ministeri

Daniele Di Mario
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Il prossimo governo di centrodestra sarà «politico» e «di legislatura: durerà cinque anni». Matteo Salvini parla al termine del Consiglio federale convocato per fare il punto sulla formazione del nuovo esecutivo e assicura: «Siamo pronti a un governo di centrodestra, scelto finalmente dagli italiani, politico, che lavorerà per cinque anni senza beghe e senza litigi». Quanto agli obiettivi dell’esecutivo, il segretario del Carroccio ribadisce: «La priorità sarà bloccare l’aumento delle bollette di luce e gas, di tutto il resto si potrà parlare più avanti. Poi certo sbloccare i cantieri, riportare la sicurezza nelle città, estendere la Flat tax, azzerare la legge Fornero e applicare l’autonomia saranno passaggi fondamentali, ma adesso donne e uomini della Lega lavorano per bloccare l’aumento delle bollette». Salvini chiede compattezza: niente provvedimenti disciplinari contro i leghisti che hanno chiesto i congressi regionali. «Non è il momento delle liti. Daremo risposte stando al governo e ottenendo risultati», dice.

Il Consiglio federale della Lega, convocato a Roma, ascolta la relazione di Salvini e conferma al segretario «pieno mandato» per proseguire i lavori con gli alleati per dare all’Italia un «governo politico e all’altezza delle aspettative». Nel corso della riunione vengono approvate all’unanimità le priorità del partito: stop al caro bollette, estensione e rafforzamento della Flat tax, sicurezza da riportare nelle città, via libera ai cantieri, taglio della burocrazia, valorizzazione di settori strategici come l’agricoltura, la pesca e il turismo. Il Consiglio federale ipotizza gli scenari futuri, ribadisce l’ottimo lavoro della Lega di governo, ricorda la necessità di riportare al centro «la buona politica» chiudendo così la stagione dei tecnici.

Salvini, dal canto suo, ricorda che il Carroccio ha donne e uomini di valore «che possono ricoprire incarichi di grande responsabilità» e alla fine conferma di avere «idee chiare» sul da farsi e sulla squadra da portare al governo. «Avanti tutta sull’estensione della Flat tax fino a 100mila euro di fatturato e superamento della legge Fornero grazie a Quota 41 per dare opportunità ai giovani», è il succo dei ragionamenti di molti membri del Consiglio federale, che individuano nella revisione del reddito di cittadinanza, nel taglio della burocrazia e nello sblocco dei cantieri altre priorità per il governo nascente. Prima emergenza ovviamente da affrontare e risolvere quella delle bollette e del caro-energia, con un intervento importante che la Lega invoca da tempo, in attesa di un’azione (se mai ci sarà) a livello europeo.

Nessuna lista di ministri o nomi emerge, invece, nel corso del Consiglio federale. Durante la riunione però si discute a lungo sui temi cari al partito di Matteo Salvini e quindi ai ministeri cui punterebbe. Tra questi ci sono il ministero dell’Interno, le Infrastrutture, l’Agricoltura, la Giustizia, il Lavoro, e gli Affari regionali o Riforme per l’autonomia. Nella riunione si sottolinea, riferiscono fonti parlamentari, che i «desiderata» sono soprattutto il Viminale e il dicastero delle Riforme e delle Autonomie. C’è chi chiede di puntare sulla Sanità o su altri dicasteri, ma alla fine prevale la tesi di rilanciare su Infrastrutture e Agricoltura. «Al ministero dell’Interno la Lega ha fatto bene, dobbiamo rivendicare i risultati ottenuti», il ragionamento. Ma Salvini non fa alcun nome, chiedendo unità perché in questo momento «serve compattezza per poter trattare sulla formazione dell’esecutivo».

«C’è un lista di ministeri di interesse per la Lega, non abbiamo parlato di nomi - conferma Giancarlo Giorgetti. Il Viminale solo per Salvini? Mi sembra il candidato naturale...Un paio di governi tecnici ci sono stati già in passato, poi che ci sia qualche tecnico può essere no?». Salvini - viene riferito - vorrebbe la presidenza del Senato per Roberto Calderoli e non intende retrocedere sul ministero dell’Interno. Nella riunione se ne parla esplicitamente. Non capisco perché mai dovrei rinunciare rivendicare per la Lega i temi della sicurezza - è il ragionamento del capo di via Bellerio.

Il governatore del Veneto Luca Zaia suggerisce invece a Salvini di chiedere la conferma dei tre ministri leghisti uscenti: Erika Stefani, Massimo Garavaglia e Giancarlo Giorgetti. «Hanno fatto bene in posti chiave come Disabilità, Turismo e Sviluppo economico, è giusto riconfermarli», sostiene Zaia, che indica come condizione imprescindibile ottenere per la Lega il ministero per gli Affari regionali, in modo da concludere e approvare il percorso per l’autonomia differenziata. Al posto di Gelmini - sottolinea - deve andare un leghista, veneto o lombardo. Tra gli altri dicasteri che il governatore consiglia a Salvini di inserire nella trattativa con Giorgia Meloni vi sono la Sanità, le Infrastrutture e l’Agricoltura. Sugli uscenti, però, l’orientamento prevalente sembra quello di una totale discontinuità con il governo Draghi.
 

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