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Pure Occhetto schiaffeggia il Pd: “Malati di governismo. Partito antipatico, rischia di morire”

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“Non ha alcun senso indire un congresso per decidere se stare con Conte o con Calenda. Il Pd deve capire come stare con sé stesso e con la società italiana. Altrimenti muore”. A parlare del partito guidato da Enrico Letta in un’intervista a Repubblica è Achille Occhetto, primo segretario del Partito Democratico della Sinistra: “Ho sempre sostenuto che uno dei difetti della Svolta, nel 1989, fu che l’attenzione si concentrò sul cambio del nome del Pci, quando invece sostenevo che prima andavano definiti i contenuti del nuovo partito, nomina sunt consequentia rerum. Quindi il Pd prima dovrebbe capire cosa vuole fare, chi intende rappresentare. Qual è la sua identità? Non lo sa più. C’è chi lo definisce un partito radicale di massa, che ha separato i valori dei diritti civili da quelli sociali. Ma per i primi bastano delle semplici dichiarazioni, per i secondi invece bisogna rimboccarsi le maniche ogni giorno nella pratica sociale. È esattamente quello che non è avvenuto”.

 

 

Secondo Occhetto il Pd è diventato antipatico: “Non c’è dubbio - sottolinea -. È saltato l’equilibrio tra ragione e sentimento, la ragione della responsabilità e il sentimento verso le passioni forti. Il governismo è stata la sua vera malattia. Io a tutti quelli che me lo chiedevano avevo detto di votare centrosinistra, anche Bonino o Fratoianni, perché l’avversario era la destra. Non ho mai preso la tessera del Pd, e sono stato il primo a parlare di fusione a freddo tra Ds e Margherita. Ma domenica ho poi votato Pd. Letta credo che non abbia più colpe di tanti altri. Il campo largo è fallito dentro il Pd, perché una parte era a favore di Calenda e un’altra guardava al M5S”.

 

 

Che futuro ha la sinistra? Occhetto traccia la strada: “Adesso si è parlato di scioglimento, ma io tradurrei questa proposta in positivo con l’avvio di un’ampia Costituente. Potrebbe avere due sbocchi, la nascita di una nuova formazione politica o un’alleanza tra soggetti diversi ma consapevoli che bisogna marciare uniti. La destra non è maggioranza nel Paese, ma governerà. Il M5S  ha fatto delle proposte di sinistra pur non dichiarandosi tale per tanto tempo, il Pd non le fa e si dice di sinistra. La verità è che tutti hanno le loro ragioni, dal Terzo Polo al Pd, dal M5S ai rossoverdi, ma sono solo spezzoni. Ci vorrebbe - conclude l'ex comunista - un esame di coscienza, perché tutti hanno perso di fronte alla destra”.

 

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