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Silvio Berlusconi: in Italia serve una rivoluzione liberale

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Silvio Berlusconi a tutto campo nell'intervista concessa a Rainews 24. Il presidente di Forza Italia parla della sinistra e dei progetti che sarà necessario realizzare per modernizzare il Paese. Berlusconi svela anche i retroscena sui motivi che hanno portato alla fine del governo Draghi e sulle strategie segrete del Pd. Poi il punto sull'alleanza di centrodestra e sul futuro dell'Europa. «In questi 30 anni i problemi dell’Italia sono cambiati poco - ha detto il presidente di Forza Italia a Rainews 24 - Quello che abbiamo fatto è stato smantellato da molti anni di governo della sinistra che, da 11 anni, è al governo quasi ininterrottamente senza aver mai vinto le elezioni. La sinistra non sarà più comunista ma non ha abbandonato certi metodi come la disinformazione e il collateralismo giustizialista con la magistratura. Ecco perché penso che serva ancora una rivoluzione liberale».

Il Cavaliere arriva, dunque, a svelare cosa ha portato alla caduta del governo Draghi. «Draghi fu una scelta quasi scontata e non me ne sono pentito -  ha proseguito Berlusconi - Il governo Draghi, fino a quando ha potuto operare, ha operato bene. Ma, da un certo momento in poi, i 5stelle, in crisi di voti, hanno pensato che l’unica strada per recuperare il consenso fosse mettersi a sabotare il governo. Draghi ne ha preso atto e si è dimesso. Noi abbiamo chiesto a Draghi, con atto formale, di andare avanti fino a fine legislatura ovviamente senza i grillini. Il Pd, che ancora sperava di salvare l’alleanza con i 5s, ha detto no e, usando la disinformazione nella quale sono abilissimi perché l’hanno imparato dai loro antenati comunisti, hanno cercato di dare la colpa a noi della caduta del governo». Avrei preferito che la crisi energetica fosse affrontata da un governo nella pienezza dei suoi poteri, lo faremo noi».

 

 

 

Per quanto riguarda l'alleanza di centrodestra, Berlusconi non ha dubbi. «La nostra è una alleanza solida, con forze politiche diverse. Noi siamo convintamente atlantisti, e la nostra presenza è considerata una garanzia dall’Europa - ha concluso Berlusconi - Il centrodestra l’ho fondato io, se non l’avessi fatto non esisterebbe neppure oggi. Esisterebbe una destra destra non in grado di governare. siamo insieme da 28 anni con amicizia e un programma comune. A sinistra non riescono a stare insieme neanche per 28 giorni: quelli del Pd hanno provato ad allearsi con i 5stelle e hanno fallito, hanno provato con Calenda e hanno fallito. Alla fine si sono alleati con la sinistra di Fratoianni che vota contro l’allargamento della Nato».

Infine il punto sulla politica dell'Unione europea. «In Europa è indispensabile passare dal voto all’unanimità ad un voto a maggioranza, anche qualificata. L’Europa è casa nostra. Non è perfetta, forse necessita di un miglioramento ma la sola cosa ragionevole da fare è restaurarla e consolidarla. Nessuno Stato può pensare di affrontare da solo un mondo in cui si confrontano grandi potenze. Le istituzioni europee - spiega l’ex premier - devono fare un salto di qualità, al quale noi dobbiamo concorrere. L’Europa che noi vogliamo non può più essere governata con il voto all’unanimità che permette il diritto di veto, per cui anche un piccolo Paese può bloccare tutto. Almeno sulle grandi questioni, difesa e energia, indispensabile passare da unanimità a maggioranza, anche qualificata. Inoltre i popoli europei dovrebbero scegliere direttamente, con il voto, chi deve guidare l’Unione, chi deve presiedere la commissione. Solo così le istituzioni potranno guadagnare autorevolezza».

 

 

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