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Quarta Repubblica, la denuncia dell'ex direttrice della Asl di Frosinone: "Primari nominati senza concorso"

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Nicola Porro svela un’altra parte dell’inchiesta di “Quarta Repubblica” sul sistema di potere costruito dal Pd nel territorio di Frosinone nell’ambito della sanità. Un altro scandalo che ha colpito il Partito democratico dopo il caso di Albino Ruberti - l'ex capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri dimessosi dopo il video-scandalo - che ha portato anche alla rinuncia della candidatura di Francesco De Angelis, ex europarlamentare Pd, alle prossime elezioni del 25 settembre.

In un’intervista a Quarta Repubblica Isabella Mastrobuono, ex direttrice generale della Asl di Frosinone dal 2014 al 2015, denuncia di essere stata sollevata dall’incarico ingiustamente “perché non rispondeva a scopi diversi dall'assistenza ai cittadini ma erano scopi della politica locale”. Ma durante l’intervista la Mastrobuono rivela come venivano nominati i primari della Asl. “Quando sono arrivata in molte unità operative i direttori non erano stati nominati con concorso” spiega Mastrobuono. Una circostanza prevista dalla legge solo per un periodo di sei mesi, rinnovabili di altri 6 attraverso l’istituzione di un direttore facente funzione, cioè primari provvisori nominati senza concorso e selezionati all’interno della Asl.

“Sarebbe previsto dalla legge per un periodo massimo di 12 mesi ma invece ci sono casi di persone rimaste in quei posti per 7 o 10 anni” rivela Giuseppe Tomasso l’avvocato del sindacato Fials. L’ex direttrice fa chiarezza su uno dei motivi chiave del suo allontanamento. “Io con l’atto aziendale ho provato a rimettere tutto in discussione. Grazie a quell’atto si rifanno tutti i concorsi per i primariati, si stabilisce il fabbisogno di personale, vengono riorganizzati i servizi. Si tratta di un atto scomodo perché avrebbe messo in discussione persone nominate” dice Mastrobuono incalzata dalla giornalista. Dopo di lei, nel 2016 il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti nomina Luigi Macchitella nuovo commissario straordinario della Asl di Frosinone dove è rimasto fino al 2019. Alcuni dei concorsi di quel periodo sono finiti al centro di esposti alla Procura.

“Sono stati fatti concorsi dove sono stati sollevati dubbi sui sorteggi dei componenti delle commissioni. Nel senso che avevano sempre un punto di contatto con Macchitella” spiega l’avvocato Tomasso. L’ex commissario Macchitella, raggiunto al telefono da Quarta Repubblica, dice di non aver effettuato nessun controllo sui componenti delle commissioni e ammette di conoscere alcuni di loro poiché facevano parte del suo ambiente di lavoro. Per l’ex commissario quindi è una circostanza che non dovrebbe meravigliare, visti i 20 anni che ha trascorso nel settore sanitario. Inoltre l’ex commissario ha dichiarato di non aver mai ricevuto pressioni politiche.

Nell’inchiesta vengono svelati alcuni nomi di responsabili di diversi reparti della Asl che sono stati candidati o consiglieri comunali per il Pd  insieme a dei parenti. “Anche per quanto riguarda le consulenze esterne affidate dalla Asl ci sono dei dubbi riguardo alle assegnazioni di consulenze esterne affidate a professionisti sempre riconducibili allo stesso partito politico” denuncia l’avvocato Tomasso. “Guarda caso sono sempre del Pd. Ho perplessità riguardo a tutta la politica” chiosa Rosa Roccatani, dell’Ugl sanità Frosinone. “Non è una questione di appartenenza politica, è che ricorrono sempre gli stessi nominativi”  continua Tomassi riferendosi agli incarichi esterni affidati ad alcuni avvocati vicini al partito democratico. Anche l’Anac, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, nel 2018 aveva acceso un faro riguardo l’assegnazione degli incarichi nella Asl di Frosinone certificando ingiustificate rendite di posizione a favore di un ristretto numero di professionisti a discapito dei principi di imparzialità e trasparenza.

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