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Matteo Salvini dice no al distacco di luce e gas: una moratoria sulle bollette

Dario Martini
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«Chiederemo una moratoria sul distacco di luce e gas, come era accaduto durante il Covid». È la richiesta di Matteo Salvini al governo per scongiurare la strage delle imprese che in questi giorni si stanno vedendo recapitare bollette stratosferiche. Ma anche per aiutare le famiglie in difficoltà.

Il leader della Lega ieri mattina era a Palermo, dove ha incontrato commercianti ed esercenti. Parlando con il proprietario di un bar, che lamentava bollette triplicate, Salvini ha spiegato che la moratoria è l’unica via possibile in questo momento. «Stamattina mi sono svegliato con i messaggi di qualche industriale bresciano ad alcune famiglie che non riescono a rateizzare le bollette, ma se non paghi staccano, come a un ristorante di Roma, se non paghi staccano», ha raccontato. Il segretario del Carroccio ha pubblicato sui suoi profili social il video dove un esercente gli mostrava una bolletta di un panificio che dovrà pagare 17mila euro di energia elettrica, mentre prima ne versava due/tremila. «È<FG>una tragedia - ha commentato Salvini - Rinnovo l’appello alla politica: troviamoci subito per risolvere questa crisi, altrimenti migliaia di aziende chiuderanno in autunno». Se non hanno già chiuso. Nei giorni scorsi la Confcommercio ha lanciato una campagna di protesta con l’affissione delle bollette sulle vetrine di bar e ristoranti, per far capire a tutti che è stato raggiunto il limite.

La crisi è trasversale. Colpisce imprese e famiglie. Confesercenti ha calcolato che gli italiani spenderanno 34 miliardi in meno in due anni: 21 nel 2022 e 13 nel 2023. Un rallentamento che avrà un impatto enorme sull’economia, provocando una minore crescita del Pil dell’1,3% nel corso di quest’anno e dello 0,8% nel prossimo. Unioncamere, invece, ha calcolato che dallo scorso anno ad oggi il costo sostenuto dal sistema delle piccole e medie imprese per i servizi pubblici locali è aumentato del 41,3%. Le associazioni di Confindustria del nord del paese (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte), invece, hanno fatto sapere che se nel 2019 la spesa per gas ed elettricità ammontava a 4,5 miliardi, quest’anno arriverà a 41. Dieci volte tanto. Quanto è stato fatto fino ad oggi, con gli interventi messi in campo dal governo negli ultimi mesi, ha attenuato il problema, ma non lo ha risolto. Probabilmente bisognava agire prima. Ne è convinto Salvini: «Se siamo arrivati in ritardo sull’aumento delle bollette di luce e gas è perché, quando a dicembre feci la mia prima uscita pubblica sul rischio del caro energia, a sinistra risero. Ricordo che ne parlai in un’acciaieria bresciana davanti agli imprenditori, e a sinistra dissero che ero allarmista. Ma non voglio più fare polemiche: se oggi Letta mi chiama e mi chiede un intervento da 30 miliardi posso solo essere felice». Il problema è che il governo non vuole percorrere la strada dello scostamento di bilancio, quindi trovare i 30 miliardi che chiede Salvini è molto difficile. Nuove misure di sostegno contro l’impennata dei prezzi di luce e gas arriveranno. Il provvedimento dovrebbe essere pronto al massimo all’inizio della prossima settimana. Si agirà su un rafforzamento del credito d’imposta e verrà posta attenzione anche sul tema degli extraprofitti. Il leader della Lega ritiene che si stia comunque tergiversando troppo. E incalza Draghi: «La priorità per la Lega è una sola: aiutare la gente a pagare le bollette. Mi domando perché il governo non abbia fatto ancora un decreto».
 

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