
Mara Carfagna e Mariastella Gelmini con Carlo Calenda: "Qui nessuno trama con Putin"

«Noi dobbiamo mettere l’Italia in sicurezza. Non c’è mai stata una situazione di pericolo così grande per l’Italia. Una vittoria di questa destra sovranista e filo-Putin porterebbe l’Italia fuori dalle grandi nazioni europee». Carlo Calenda, nella sede della Stampa Estera a Roma, spiega quale sia, dal suo punto di vista, la posta in gioco delle Politiche del 25 settembre e lo fa avendo al suo fianco due ministre del governo Draghi, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, che hanno lasciato Forza Italia e sono approdate ad Azione in polemica con la scelta del loro partito di andare a elezioni anticipate. Due approdi, quelli di Carfagna e Gelmini (entrate anche nella segreteria del partito) che rafforzano il carattere liberale della forza politica guidata dall’europarlamentare romano, tanto da spingerlo a contestare l’esito che tutti i pronostici ritengono altamente probabile: «Questa destra non vincerà - afferma - non c’è alcuna possibilità che gli italiani cadano nel suo tranello. Non credo vogliano essere declassati da partner di Francia e Germania a partner di Orban».
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Quanto alle due ministre presenti in sala, non hanno voluto fare polemiche replicando direttamente a Berlusconi, e hanno preferito tornare sui motivi di incompatibilità con la permanenza in FI: «È stata una scelta sofferta e ponderata - ha affermato Gelmini - ma di cui sono straconvinta», mentre Carfagna è stata più diretta, quando ha affermato di avere «la certezza di trovarmi in un partito in cui nessuno si sognerà di tramare con la Russia o con la Cina ai danni del governo in carica». «Da oggi - ha aggiunto - inizia una nuova battaglia al fianco di Carlo Calenda e Mariastella Gelmini in Azione». Quanto alla partita delle alleanze, Calenda ha detto che «a scelta di Azione non è affidata a un sondaggio. Quello che c’è da capire è se una performance migliore sul proporzionale aiuta o meno a fermare la vittoria della destra sovranista. Noi faremo una campagna elettorale sul nostro programma, se ci sarà un’alleanza tecnica sarà nell’interesse dell’Italia».
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