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Omnibus, il professor Campi disintegra la politica: “La legislatura più brutta della storia, cittadini disaffezionati”

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La legislatura più brutta della storia. Il duro giudizio è di Alessandro Campi, professore di Storia delle dottrine politiche nell’Università di Perugia, ed è stato espresso nel corso della puntata del 14 giugno di Omnibus, il talk show del mattino di La7 condotto da Andrea Pennacchioli, che si è focalizzata sulla bassa affluenza alle urne sia per i referendum sia per le amministrative: “È un tema non solo italiano, basta vedere anche il voto in Francia. I livelli di astensionismo stanno crescendo da tanti anni in molte democrazia, non è colpa del caldo o della mancanza di candidati all’altezza. Forse sta cambiando la struttura della democrazia, forse la nostra immagine della democrazia è un po’ vecchia. Eravamo abituati con i grandi partiti di massi, con i grandi coinvolgimenti nella vita pubblica, ma forse era una fase storica ormai superata dai fatti e dai cambiamenti di costume e mentalità. Ci sono elettorati più mobili e forse persino più esigenti. Poi al tempo stesso si è abbassata l’offerta politica. Anche il non voto è una scelta di partecipazione, contrariamente a quello che spesso si è pensato”.

 

 

“La situazione italiana - continua il prof. Campi - è tale che non si è molto invogliati ad andare a votare. Un giorno dovremo fare un bilancio di questa legislatura. L’attuale legislatura è stata la più brutta della storia repubblicana, è successo veramente di tutto, alleanze totalmente innaturali, partiti che si sono completamente rimangiati gli impegni che si erano assunti con gli elettori, l’ennesimo governo tecnico di salvezza nazionale che si vorrebbe già riproporre per la prossima legislatura qualunque sia l’esito del voto. In queste condizioni, con l’idea che sostanzialmente non serve votare, è chiaro che non è un incentivo al voto. Se sommiamo tutti questi fattori si capisce perché c’è questa tendenza al ribasso”. 

 

 

Il discorso del professore ed esperto si sofferma di nuovo sul basso livello della classe dirigente del Paese: “L’offerta politica fa la differenza, evidentemente non si riescono più a mobilitare candidati ed energie che spingano gli elettori ad uscire di casa. È un grande problema, bisognerebbe studiare strumenti alternativi di partecipazione. Io sono convinto che alla fine la ricetta sia la più antica e semplice del mondo, cioè se la politica e i politici tornano ad essere qualcosa che ha a che fare con l’interesse dei cittadini, i cittadini a loro volta hanno interesse ad andare a votare. Altrimenti - conclude Campi - rischiamo di andare verso un sistema di democrazia delle minoranze organizzate, non sono le maggioranze che decidono chi governa, ma le minoranze meglio organizzate”.

 

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