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Lista putiniani, Franco Gabrielli contro la fuga di notizie: nulla resterà impunito

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Franco Gabrielli ci va giù pesante sulla lista dei putinani pubblicata dai media nei giorni scorsi. Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza «c’è una mano solerte dietro la diffusione del bollettino» sulla disinformazione russa finita in pasto alla stampa, «un fatto gravissimo» e rispetto al quale «nulla resterà impunito, credo che lo dobbiamo al Paese». Il Bollettino sulla disinformazione russa non attiene alla sicurezza nazionale «ma a salvaguardare le persone che sono citate nei documenti». Con «due fugaci riferimenti a persone» non è possibile «sostenere che questa attività abbia a che fare con le opinioni dei cittadini di questo Paese». Dunque il termine «riservato è proprio il minimo sindacale e risponde all’esigenza di tutelare le persone che sono coinvolte. Proprio perché riteniamo che sia prevalente che i cittadini sappiano che nel nostro Paese non esiste nessun Grande Fratello, nessuna Spectre e che nessuno, tanto meno il governo del Paese, ha ad oggetto quello di investigare sulle opinioni, abbiamo ritenuto necessario per la massima trasparenza il passo di declassificare questo bollettino».

Quanto al rapporto tra Palazzo Chigi e il bollettino sulla disinformazione, Gabrielli spiega: «Non ho percepito una sfiducia da parte di Draghi, il report era a conoscenza del suo staff. L’attività dell’informativa non ha nulla a che vedere con l’intelligence, nulla che possa essere schedatura, dossieraggio, di persone. L’attività è di ricognizione, nulla che possa essere identificato con la schedatura e il dossieraggio. Ognuno di noi ha una sua storia. Alcune insinuazioni non riconoscono il valore di quello che si è fatto», ha aggiunto Gabrielli, sottolineando che «non esiste un "Grande Fratello", nessuno vuole investigare sulle opinioni delle persone».

 

 

 

 

Poi sulla disinformazione aggiunge: «La disinformazione è figlia della minaccia ibrida» e il tavolo istituito nel 2019 e coordinato dal Dis non porta avanti «un’attività iniziata con la guerra in Ucraina ma prima della pandemia, su sollecitazione della Ue e dei partner atlantici affinché i Paesi alleati si dotassero di sistemi di monitoraggio della minaccia ibrida». Lo precisa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, in conferenza stampa.

Il tema dell'ex presidente della Commissione Esteri viene chiarito una volta per tutte: «Con riferimento all’ex presidente della commissione Esteri, Petrocelli, che si è sentito giustamente leso da questa vicenda» della cosiddetta lista dei putiniani «vorrei rassicurarlo che il suo nominativo non compare in nessun tipo di investigazione, così come non esistono i nominativi che sono stati fatti dal giornale e presenti anche nel bollettino: un conto è riportare dichiarazioni, un conto svolgere approfondimenti e investigazioni». 

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