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Il centrodestra non si divide alla faccia dei gufi che vogliono l'alleanza Meloni-Letta

Arnaldo Magro
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I sondaggi devono preoccupare parecchio la sinistra. Se addirittura si arriva ad ipotizzare, sulle colonne di un prestigioso quotidiano nazionale, che Fratelli d'Italia potrebbe/dovrebbe concorrere con il Pd alle politiche venture del 2023. A scriverlo è un autorevole giornalista, conoscitore raffinato della politica. Ciò che si auspica è fin troppo chiaro. Perché mai però Fratelli d'Italia dovrebbe rinnegare il suo mantra legato alla coerenza: «Mai al governo con la sinistra». Chi conosce i principi fondanti della destra italiana sa che difficilmente ci si può sottrarre al principio di lealtà. Perché una compagine di destra, prima o seconda forza del Paese che sia, dovrebbe lanciare la sinistra al governo?

 

 

È vero che i due leader si stimano da tempo immemore. Entrambi i segretari, si trattano da avversari ma con grande rispetto. Par Inter pares. «Letta se c'è una questione politica da discutere almeno risponde al telefono». Dicono al Nazareno. La possibilità che questo scenario possa prendere quota sembrerebbe pari allo zero. Più probabile forse possano sbarcare gli alieni. Resta sempre valido quel vecchio adagio, secondo il quale «tre indizi costituiscono una prova?». Perché nel qual caso potrebbe essere arrivato il momento, per i più scaramantici, di toccarsi quelle parti del corpo un po' meno nobili.

 

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