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Governo, Matteo Salvini: non voglio farlo cadere ma... Avvertimento a Mario Draghi, la "delusione" del leghista

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 «Non voglio far cadere il governo, anche se su alcuni temi è deludente e mi riferisco per esempio agli sbarchi». Il leader della Lega Matteo Salvini dopo l’incontro del centrodestra con il presidente del Consiglio, sembra fiducioso sul fatto che il governo non inciamperà sulla delega fiscale. «La novità importante è che c’è la disponibilità del governo a cambiare il testo. Se ci fossimo seduti e ci avessero detto di prendere atto che il testo è immodificabile, sarebbe stato molto diverso. E invece, insieme a tutto il centrodestra di governo, abbiamo ascoltato parole diverse. Ci lavoreremo a Pasqua e a Pasquetta, ma contiamo di portare l’esecutivo su posizioni condivise di equilibrio», ha detto al Corriere della sera. Sul catasto dice: «Tutti siamo d’accordo sulla necessità di far emergere il sommerso del mercato immobiliare. Ma abbiamo chiarito che un conto è far emergere il sommerso, un altro l’applicare i valori di mercato agli estimi catastali che farebbero scattare gli aumenti».

 

Salvini insiste sulla pace fiscale. «Io l’ho detto a Draghi e anche al ministro Franco: se fossi il responsabile delle Finanze, sarei felice di poter contare sul bel gruzzolo che deriva dalla pace fiscale. Dopo una pandemia e con una guerra in corso, direi che non possiamo rimandare. Una bella pace fiscale e abbiamo due finanziarie già coperte». Quanto alla giustizia, per il segretario della Lega «la riforma Cartabia non risolve i problemi della giustizia, ma è un passo avanti in attesa che gli italiani si esprimano con il referendum di giugno. Noi, cercheremo di migliorarla il più possibile, evitando di creare guai al governo».

 

Infine in vista delle amministrative e sui rapporti con FdI, spiega che «anche le elezioni in Francia hanno fatto vedere che nel centrodestra ci sono tre posizioni diverse. Detto questo sui quasi mille comuni che andranno al voto in giugno, quelli su cui ancora non c’è l’accordo non arrivano a dieci. Penso che il centrodestra sarà unito ed è nostro dovere lavorare perché ciò avvenga. E ovviamente, Fratelli d’Italia deve essere della partita».

 

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