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Russia come Libia e Afghanistan, il terribile sospetto sull'arsenale atomico di Putin

Federica Pascale
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“La cosa preoccupante è che noi oggi ci auguriamo, affinché finisca questo massacro, che Putin crolli, che venga sostituito, e non ci interroghiamo su chi, come e perché.” Parole di Toni Capuozzo, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, il talk show politico in onda in prima serata su Rete4. Durante la puntata di lunedì 21 marzo, il giornalista ha ricordato le passate spedizioni militari della Nato, e ha evidenziato un problema poco discusso in questi giorni: chi succederà a Putin, qualora dovesse cadere. “Adesso stiamo pensando di buttare giù Putin, ma è un Paese con un arsenale atomico che finisce nelle mani di chi?” si interroga Capuozzo. Siamo arrivati a 21 giorni di guerra, e la domanda più gettonata, che è anche quella che fa Porro in studio, è quanto ancora potrà andare avanti il conflitto. La risposta del ministro della cultura ucraino Oleksandr Tkačenko, ospite in collegamento della puntata insieme a Capuozzo, risponde “non ci arrenderemo mai".

 

 

 

 

Eppure, le forze vengono meno e gli animi si infiammano sempre più facilmente ad ogni negoziato. “L’Unione Europea è diventata una Nato in borghese, in camicia e cravatta – afferma Capuozzo -. I nostri leader parlano come generali. Boris Johnson eroicamente vuole andare a Kiev. C’è una sola figura europea che rappresenti l'Europa, intesa come la comunità internazionale, che in questo lunghissimo dopoguerra è stata la voce della moderazione e della mediazione: la Cina. Purtroppo.” Secondo il giornalista: “Sono gli unici che hanno lasciato capire che non gli va bene che la guerra continui, che l'Europa è un mercato per loro che non deve essere toccato, che la globalizzazione, con tutti i suoi problemi, com’è andata avanti finora ha fatto i loro interessi e vogliono continuare su quella strada” conclude.

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