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Il M5s si aggrappa a Beppe Grillo

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Dario Borriello
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E alla fine arriva Beppe. Il garante sbarca a Roma, per incontrare de visu Giuseppe Conte, i big del Movimento, ma soprattutto per parlare con il pool di legali che stanno seguendo il pasticcio del voto sul nuovo Statuto, sospeso da un’ordinanza del Tribunale di Napoli bloccando di fatto anche la governance pentastellata. Il comico si è preso del tempo, per analizzare la situazione e vagliare con gli esperti di sua fiducia quale sia la strada meno impervia da seguire. Nelle scorse ore era trapelata anche l’indiscrezione che l’avvocato Matteo Bonelli sarebbe piombato nella diatriba M5S, proponendosi a proprio a Grillo, in quanto esperto di Statuti, per mediare con Conte nel caos grillino. Ma dallo studio BonelliErede arriva una nota che sembra spazzare dal campo questa ipotesi: «Non abbiamo ricevuto, né tantomeno sollecitato, il conferimento di alcun incarico da parte di partiti politici. Peraltro, nessun incarico può essere svolto da professionisti dello Studio senza apposita verifica e autorizzazione interna. In base alle proprie regole, lo Studio non fornisce assistenza professionale a partiti od organizzazioni politiche».

Le exit strategy su cui Grillo starebbe ragionando assieme ai suoi consulenti prevedono la possibilità di nominare un comitato di garanzia per indire nuove votazioni sullo statuto che lui stesso definì «seicentesco» - come suggerisce Conte - o affidarsi a un comitato Direttivo per poi procedere con le modifiche al documento e solo in un secondo momento consultare la base su una eventuale leadership. In quest’ultimo caso i tempi sarebbero troppo lunghi per l’ex premier, che rischierebbe seriamente di rimanere azzoppato nelle sfide politiche dei prossimi mesi: di sicuro le amministrative e, forse, addirittura per le elezioni politiche.

 

 

 

Intanto che gli esperti studiano, il garante ha imposto la consegna del silenzio a tutti, ammonendo dal farsi prendere dalla frenesia e compiere «azione avventate». Un ordine di scuderia che, stavolta, tutti stanno rispettando. Almeno per quanto riguarda i parlamentari, che schivano telecamere e cronisti con magistrale abilità. Solo Conte ha rotto per pochi minuti l’embargo, limitandosi a confermare che si vedrà con Grillo, aggiungendo solo che al momento «stiamo studiando anche con i legali le varie soluzioni», perché «la vita di una forza politica non può interrompersi per un provvedimento giudiziario, peraltro provvisorio, cautelare. E quindi stiamo trovando delle soluzioni per procedere ancora più forti». Prima, però, toccherà aspettare l’ultima parola di Beppe, che da «custode dei valori del Movimento» è tornato di colpo a rivestire i panni di «Elevato».
 

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