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Quirinale, Salvini tratta: in Transatlantico selfie e battute

Daniele Di Mario
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Scheda bianca doveva essere e scheda bianca è stata. Con qualche eccezione, certo, come sempre accade, i partiti al primo scrutinio non si espongono e non esprimono alcuna preferenza. Sarà così probabilmente anche oggi e domani. E allora l'attenzione generale non è su quanto accade nell'Aula di Montecitorio, ma al suo esterno. In Transatlantico, nel cortile, ma soprattutto negli uffici della Camera. Perché è qui che per tutta la giornata vanno avanti le trattative tra i leader di partito, con il segretario della Lega Matteo Salvini attivissimo. Tutto il resto - selfie, battute, capannelli - è colore.

 

SALVINI VEDE DRAGHI Nell'incontro tra Draghi e Salvini, il presidente del Consiglio avrebbe espresso preoccupazione sull'eventualità di una impasse sul Quirinale che potrebbe avere ricadute sui mercati. Nel colloquio, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, il premier avrebbe anche sottolineato l'importanza che il quadro politico resti stabile. Salvini sta portando avanti una trattativa con l'ex fronte rosso-giallo per trovare una soluzione condivisa. Al momento il piano di Salvini non prevederebbe il trasloco di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale, ma dopo gli incontri con Letta e Conte le quotazioni dell'ex presidente della Bce sarebbero in netto rialzo. «Stamattina Salvini ci ha detto: Draghi no. Oggi pomeriggio invece: Draghi nì. Chissa domani... il punto è capire cosa accadrebbe dopo e soprattutto se i gruppi parlamentari sarebbero compatti. Anche nella Lega ci sono resistenze», confida un big del Carroccio in Transatlantico.

 

SALVINI SONDAI PARTITI Giornata di incontri per Matteo Salvini che in mattinata vede il premier Mario Daaghi, ppoi il presidente FdI Giorgia Meloni, il segretario dem Enrico Letta e infine il presidente e capo politico M5s Giuseppe Conte. Il leader leghista sta lavorando a una rosa di nomi che possa trovare il consenso anche del Pd e del Movimento 5 stelle, oltre che quello del centrodestra. «Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale», spiega Salvini.

MELONI CAUTA «È bene che ci si parli», risponde ai giornalisti Giorgia Meloni commentando l'incontro tra Salvini e il segretario Dem Enrico Letta prima di entrare in Aula per votare, dopo aver incontrato a sua volta il segretario del Carroccio. Per quanto riguarda Forza Italia, fonti parlamentari sottolineano che Berlusconi ha fatto sapere ai gruppi che al momento opportuno darà indicazioni sulla partita e che è in stretto contatto con Salvini.

 

L'INCONTRO SALVINI-LETTA L'epilogo della riunione tra i segretari Matteo Salvini ed Enrico Letta termina con un fatto storico: la prima nota congiunta di Lega e Pd. Non era mai successo in questi mesi di alleanza a sostegno del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Dopo l'incontro, definito «lungo e cordiale» tra Letta e Salvini, gli uffici stampa dei due partiti hanno diffuso due note gemelle, segnale della reale collaborazione in vista dell'elezione del presidente della Repubblica. Questo il testo: «Lungo e cordiale incontro tra Matteo Salvini ed Enrico Letta negli uffici della Lega alla Camera. Con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno domani (oggi ndr.)». «Un incontro molto positivo», spiega poi a Montecitorio Letta, che conferma che incontrerà di nuovo oggi il leader della Lega. «Abbiamo aperto il dialogo, è positivo, ci rivediamo domani (oggi ndr.)», ribadisce.

IL VERTICE SALVINI-CONTE Il M5S giudica positivamente anche l'esito dell'incontro tra Salvini e il presidente e capo politico pentastellato Giuseppe Conte. Fonti grilline parlano infatti di «totale sintonia» tra i due leader «sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto», iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese.

 

SELFIE E ASSEMBRAMENTI Mentre i leader portano avanti le trattative, alla Camera va avanti la prima votazione, che dura più di sei ore: dalle 15 alle 21.30, spoglio compreso. In Aula sono massimo cinquanta i grandi elettori ammessi. Ma in Transatlantico e nel cortile c'è l'assembramento delle grandi occasioni. Centinaia i senatori e i deputati che parlano tra loro, fanno capannelli, fumano, confidano i propri pronostici ai giornalisti. «Ma peché dopo aver votato non se ne vanno a casa?», si chiede sconsolato un commesso, evidentemente preoccupato. In Aula il voto procede spedito, tanto che in più occasioni il presidente Fico è costretto a sospendere la procedura per non terminare in anticipo, perché l'eccessiva velocità rischia di far saltare lo scaglionamento imposto dalle norme anti -Covid. Più d'un funzionario si mette le mani nei capelli. Ma ai grandi elettori interessa poco. La preoccupazione vera è sull'accordo politico per eleggere il nuovo Capo dello Stato. I capannelli di deputati e senatori non parlano d'altro. «Il punto - viene spiegato - è il futuro del governo e l'esigenza di avere garanzie sui franchi tiratori, un tema legato alla tenuta del governo e quindi alla durata della legislatura».

Un rebus non da poco. Per questo quando si affaccia Matteo Renzi, tutti a chiedergli opinioni e pronostici. E il pacchetto-Draghi (ossia l'intesa su Colle, governo, legislatura e - perché no - legge elettorale)? «Pacchetto di sigarette», sogghigna il leader di Italia Viva che poi scherza con Francesco Verderami del Corriere: «È il tuo momento». Ma memori dell'elezione di Mattarella i parlamentari intorno gli chiedono «con quante e quali mosse» la partita (a scacchi) possa essere portata a casa. Chiaro riferimento al libro del senatore fiorentino La mossa del cavallo. Ma Renzi ad assembrarsi non ci pensa proprio e tira dritto: «Oh, qui a votare sono velocissimi!». E se ne va. Così nel cortile allestito con un'apposita tensostruttura («Una roba a metà tra il villaggio di Euro 2020 e la Festa dell'Unità», dice un collaboratore d'Aula leghista) si parla del compleanno di Maria Elena Boschi, omaggiata di un bellissimo mazzo di fiori. Tra un selfie e l'altro per immortalare il momento da raccontare ai nipoti («Perché la gente pensa davvero che lo eleggiamo noi il Presidente»»), si scherza, tanto si sa già chi sarà eletto: «Bianca Scheda». Sono 972 infatti le schede bianche, esattamente quanti i voti richiesti dal quorum dei due terzi dei 1.009 votanti. C'è chi pensa all'estate («Sono un grande elettore e non vogliono darmi l'ombrellone», ride un leghista che magari al «Papeete» troverà miglior fortuna), chi ironizza («La rosa di nomi? È già sfiorita»), chi fa raggelanti parallelismi («Anche stavolta bisogna smacchiare degli animali... mitologici»). Oggi si replica. Vincerà ancora Bianca Scheda. In attesa che i partiti trovino la soluzione allo stallo e si mettano d'accordo su un nome. «Prima di venerdi non se ne parla», profetizza un forzista.

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