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Perché Berlusconi ha una "doppia chance". Alessandra Ghisleri gela il centrosinistra sul Quirinale

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Il nome di Silvio Berlusconi per la presidenza della Repubblica fa discutere e non poco, con il centrosinistra che vede come fumo negli occhi anche solo prendere in considerazione la candidatura dell'odiato "Caimano". Ma un conto sono i veti tentati dal segretario del Pd, Enrico Letta, un conto la realtà del voto segreto in Parlamento dove peones e franchi tiratori hanno dimostrato in più occasioni di poter essere determinanti. E un altro ancora è come nel Paese potrebbe essere accolta l'elezione al Quirinale del Cavaliere. 

 

Ad analizzare la situazione martedì 4 gennaio, nello studio di Tagadà su La7, c'è tra gli altri Alessandra Ghisleri, a capo di Euromedia Research. La regina dei sondaggi sottolinea alcuni aspetti finora passati sotto traccia nel dibattito pubblico. Innanzitutto sul possibile gradimento del Cav nel Paese, al netto della grancassa della stampa di sinistra. Berlusconi al Quirinale è "possibile perché il nostro Paese è politicamente suddiviso in due parti, in tre" se contiamo il Movimento 5 Stelle "che oggi vale tra il 14 e il 15 per cento", dice Ghisleri. 

 

"Poi abbiamo un centrodestra molto forte che sfiora il 50 per cento" dei consensi, dice la sondaggista. Parliamo di una forchetta tra il 46 e il 50% a seconda dei sondaggi "e poi un centrosinistra che si muove tra il 40 e il 43 per cento ma che è molto suddiviso perché la parte dei renziani è al di fuori". È "ovvio" che gli elettori del centrodestra sarebbero "felici di vedere Silvio Berlusconi presidente, ma va detto che i cittadini contano relativamente, anzi nulla" rispetto ai giochi parlamentari che porteranno all'elezione del capo dello Stato.

 

Ma l'osservazione più interessante, rimarca la Ghisleri, riguarda "i due personaggi sulla bocca di tutti", ossia Mario Draghi e lo stesso Berlusconi. Il Cav ha "una doppia chance, che è anche una posizione win-win", ovvero una situazione dove il presidente di Forza Italia, comunque vada, ne uscirebbe vincitore. "Da una parte c'è Berlusconi candidato dai suoi come uomo che dovrà essere protagonista, dall'altra c'è Draghi che è stato messo per due volte, questa sarebbe la terza, in una posizione di rilievo in Italia e in Europa dallo stesso Berlusconi". E "questo doppio ruolo - conclude - sarebbe una posizione win-win". 

 

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