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Da nonno Libero a nonno Mario, povera Italia. E quella frase dei destini personale...

Antonio Siberia
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Da nonno Libero a nonno Mario, come è cambiata l’Italia in poco più di vent’anni. Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto di sé d’essere «un nonno al servizio delle Istituzioni», aggiungendo che i suoi destini personali non contano. Come avrebbe detto nonno Libero, protagonista della serie tv «Un medico in famiglia»: «Una parola è troppa e due sono poche».

 

Sì, perché dire che il destino personale non conta mentre tutta la politica italiana si interroga su dove dovrà andare nonno Mario (Draghi), se sul colle del Quirinale oppure restarsene a Palazzo Chigi, fa piuttosto sorridere. Il fatto è che l’Italia del 2021, quasi 2022, con quel Paese raccontato dalla fiction di “Un medico in famiglia” che debuttò nel 1998 su Rai Uno, non c’azzecca ormai più niente. Nonostante lo sforzo del simpatico Lino Banfi - che nonno Libero lo interpretava nella serie televisiva - nel cercare paragoni tra i due nonni a distanza ..... di tempo.

 

«Siamo - ha detto Banfi dopo le parole in conferenza stampa di Draghi - i due "nonni d'Italia", io nonno Libero o anche Lino d’Italia o Lino di Mameli e lui "nonno al servizio delle istituzioni", come si è voluto descrivere: e con Mario Draghi mi sento davvero in ottima compagnia!». Una battuta da apprezzare se non fosse che in Italia, dopo due anni di Virus, non c’è (quasi) più nulla su cui scherzare. Ogni forma di dubbio s’è dissolta e l’umanità è ormai suddivisa in vaccinati e non, un manicheismo che neppure ai tempi dell’Inquisizione. Il medico più che in famiglia è diventato un mestiere di frontiera, di trincea, mentre alcuni virologi cantano in coro una canzoncina di Natale (che sgomenta più che far sorridere) manco fossero i tre tenori.

 

Se a questo aggiungiamo che sono diversi anni che la politica e il suo dibattito pubblico si riempiono la bocca del buon proposito di «far largo ai giovani» e ci ritroviamo a raccontar di due nonni, uno attuale e reale, l’altro catodico, ebbene il boomerang è servito. Giorni fa la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini, a proposito di Draghi, aveva detto: «Con quello sguardo alla Clint Eastwood, ha zittito tutti quelli che hanno cercato di bacchettarlo». In attesa che qualche parlamentare paragoni i pettorali di Lino Banfi a quelli di Sylvester Stallone, un sospetto s’avanza inarrestabile: ma che fatica deve essere, al giorno d’oggi, fare i nipoti.

 

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