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Roberto Gualtieri già «super sindaco». Primi mal di pancia nel centrosinistra, sfuma l'accordo sulle nomine

Susanna Novelli
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Un «super sindaco» è arrivato in Campidoglio. E già perché Roberto Gualtieri, a meno di 10 giorni dal risultato elettorale che lo ha eletto sindaco, sembra aver già dato quella svolta tanto attesa dopo l’era «stellare» della Raggi. Sembra, appunto. L’idea è piuttosto quella di spingere una comunicazione che ha come obiettivo proprio quello di far credere che quel famoso vento stia davvero cambiando. L’ultima è stata l’approvazione nottetempo di un subemendamento al Dl Infrastrutture «predisposto» proprio dal neo sindaco. Si tratta di una convenzione con l’Anas per realizzare interventi per la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria delle strade di Roma. I lavori dovranno essere completati entro tre mesi dalla stipula della convenzione con un impegno di spesa da parte di Anas di 5 milioni di euro. E sarà forse questa la sfida più ardua, nonostane le note di giubilo sul «proficuo» rapporto del neo sindaco con Governo e Parlamento. Un ruolo insomma «assoluto» quello che si sta ritagliando Gualtieri. «Anche troppo», si vocifera nei corridoi di Palazzo Senatorio.

 

 

Ogni giorno infatti si dà notizia di «delibere allo studio». Sui rifiuti, sulle buche, sui trasporti, sulle piste ciclabili, sui papabili cambi, dati per «imminenti» ai vertici delle municipalizzate. Tutto, ancora, senza neanche un assessore. Un accentramento di potere insomma che sta già provocando più di un mal di pancia all’interno della coalizione. Una fuga in avanti che preoccupa le segreterie dei partiti, e soprattutto le correnti Pd, già ai ferri corti per le nomine di giunta e Assemblea capitolina. C’è chi racconta di una discussione assai agitata ad esempio tra Massimiliano Veloccia e Sabrina Alfonsi. Il primo, che da ex minisindaco è approdato alla guida della segreteria politica del governatore Zingaretti, secondo degli eletti nelle fila del Pd, ambirebbe a un posto in giunta. A discapito dell’ormai ex presidente del Centro Storico, la più votata dei Dem che tuttavia si vede già seduta nella Sala delle Bandiere, magari al Commercio o all’Ambiente. Sabrina Alfonsi, infatti, oltre ad avere dalla sua il maggior numero di voti dei consiglieri Pd, risulterebbe strategica anche per raggiungere la quota rosa in giunta. Si lavora dunque a far digerire a Veloccia non solo l’esclusione dalla giunta ma soprattutto un veriginoso calo di stipendio.

 

 

Da un punto di vista di politico si potrebbe uscire dall’empasse - si ragiona - offrendogli il ruolo di capogruppo. In ballo anche la presidenza dell’Aula Giulio Cesare che rappresenta l’altro piatto della bilancia rispetto al posto da assessore. E per questo lo scranno più alto dell’Aula Giulio Cesare potrebbe essere destinato anche a Giovanni Caudo, il più votato di «Roma Futura» che potrebbe rialzare con un posto in giunta per Claudia Pratelli, numero due della lista. Tutti nodi da sciogliere comunque entro l’8 novembre, termine entro il quale Gualtieri dovrà presentare le linee programmatiche in Aula Giulio Cesare e far partire la macchina capitolina verso una meta che certamente è più lontana di quel che si vuol far apparire.

 

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