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Gli spazzini di Ama ridotti al lumicino: ne sono rimasti duemila

Susanna Novelli
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«Città linda e pinta entro novembre». È stato chiaro, perentorio, il sindaco Roberto Gualtieri, che a una settimana dalla sua proclamazione ha fissato come primo punto in agenda proprio quello della pulizia della città. Un segnale forte di svolta rispetto a un passato ancora sin troppo presente, soprattutto sul fronte rifiuti. L’Ama sarebbe già al lavoro per stilare un piano straordinario al primo cittadino ma il compito, tuttavia risulta più complesso che mai. E non solo per il nodo numero uno, quello degli impianti ma anche per un organico sempre più in sofferenza. La carenza di centri di smaltimento infatti costringe a una programmazione a breve termine e sempre più precaria.

 

 

C’è poi anche il delicato capitolo che riguarda il personale operativo. Complici anche promozioni e «inidoneità» forse concesse troppo velocemente, di fatto l’Ama, che da organigramma ha 6.141 operai, può contare su 4.150 operatori ecologici, di cui «idonei» 2.596 e 923 autisti di mezzi pesanti, di cui idonei 923. Di questi gli «idonei parziali» sarebbero poco più di 1.500, quelli totali (che quindi non possono svolgere servizi "attivi") 350.

Includendo riposi e un tasso di assenza di media del 15 per cento, si può ragionevolmente sostenere che gli operatori attivi sul territorio giornalmente siano poco più di duemila. Spalmati sui quattro turni, mattina pomeriggio, seminotte e notte, ci ritroviamo con una media di circa 550 operatori a Municipio. Tutto questo con circa 4.600 tonnellate di rifiuti da raccogliere, escluso lo spazzamento e la pulizia delle strade. Criticità difficili da superare in poco tempo e a maggior ragione con una dirigenza in uscita e con i sindacati sul piede di guerra in vista, ma non solo, dello sciopero nazionale proprio dei servizi ambientali indetto da Cgil, Cisl, Uil e Fiadel per l’8 novembre. 

«Chiediamo un incontro urgente con il neo sindaco Gualtieri - commenta Alessandro Bonfigli segretario regionale Uiltrasporti - perché l’Ama si trova davvero in un momento di grande difficoltà, dove la gestione organizzativa e di sviluppo del personale è affidata all’improvvisazione. Solo per fare un esempio, nell’ultimo anno è stato dato avvio ad un piano di sviluppo del personale sia nelle autorimesse sia all’interno delle sedi zonali. Si è infatti predisposto un concorso per 25 figure di Capo Operaio Autorimessa e 75 figure di Tecnico Operativo Territoriale successivamente con una delibera fatta firmare all’amministratore delegato prima delle sue dimissioni, allargato a 34 figure Capo Operaio Autorimessa e 126 figure di Tecnico Operativo Territoriale. Tali concorsi hanno previsto la partecipazione di tutti i lavoratori che al momento della pubblicazione degli stessi, fossero possessori di idoneità a tutti i servizi. Questa cosa che potrebbe sembrare un requisito anche giusto - rimarca Bonfigli - non ha avuto la giusta attenzione, in quanto ha comportato l’uscita dalla pulizia e raccolta del territorio e quindi dal core aziendale di 160 figure ovviamente abilitate ad esercitare a pieno la mansione. Considerato che ad oggi il tasso dei lavoratori inidonei, totali o parziali, è già elevato, circa il 38%, ci ritroviamo con una catena di capi intermedi, che sono idonei a tutti i servizi da una parte, e operai con limitazioni di servizi o contrattuali dall’altra. Prima di parlare di un piano straordinario di pulizia il sindaco Gualtieri dovrebbe prendere visione della situazione disastrosa in cui versa questa azienda. L’8 novembre saremo in piazza ma se la vertenza non dovesse avere buon esito non esiteremo a proseguire in tutte le sedi e forme opportune». 
 

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