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Mario Draghi zitto zitto seppellisce tutti i partiti. Ora sfascia pure il centrodestra

Arnaldo Magro
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Amor platonico-giorgettiano a parte, Mario Draghi appare il dominus assoluto della scena: gli applausi di Confindustria, le conferenze stampa sul clima e quel suo accento british, così impeccabile.

 

Draghi può scegliere l’agenda dei temi che contano, tipo economia, vaccinazioni, tasse, ambiente o come si chiama ora transizione ecologica, Draghi può scegliere se e come andare al Quirinale oppure di soggiornare a Chigi, con contratto a tempo indeterminato. Draghi può scegliere se gestire i 191,5 miliardi del Recovery Plan, Draghi può permettersi di non avere una pagina facebook, instagram, twitter, tiktok. Perché a Draghi non servono post, video, foto per comunicare; gli bastano le occasioni istituzionali.

 

Intanto un effetto il draghismo lo ha sortito. L’amico Giorgetti dice parlando delle amministrative di Roma e Milano: «vincono Roberto Gualtieri e Giuseppe Sala». La sinistra insomma. Aggiunge pure parole zuccherose per Carlo Calenda. «L’uomo giusto per Roma». Anche li, dirà di esser stato travisato.

 

Hai capito il signor Mario Draghi? Zitto, zitto ha annichilito la sinistra, azzittito i cinquestelle e ora sfascia pure il centrodestra. Per interposta persona del Giorgetti, bocconiano da Cazzago Brabbia. La ghiacciaia più sicura del momento politico.

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