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Meglio un competente dei politici inconcludenti. Ecco perché bisogna votare Michetti

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Francesco Storace
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Anche questa città bistrattata ha diritto a cinque anni di serenità. E nella giornata dedicata alla riflessione sul voto di domani e lunedì pensiamoci tutti su come tornare ad essere orgogliosi di essere romani, di abitare nella Capitale d’Italia. Liberi, sicuri, senza immondizia attorno.

Non è un sogno: perché stavolta si può finalmente scegliere la competenza amministrativa. Non è un’illusione: sta a noi decidere se portare in Campidoglio chi sa dove mettere le mani. Enrico Michetti lo ha fatto per tanti ¨Comuni, di destra o di sinistra, ora lo faccia per Roma.

 

È proprio il candidato del centrodestra l’unica novità. A lui si sono contrapposti - letteralmente, sguaiatamente, opportunisticamente - tre candidati che su questa città hanno già esercitato pezzi di potere.

Virginia Raggi, sindaca uscente, sicuramente una gran combattente in campagna elettorale, ma l’ardimento per il voto non le varrà la rielezione. Perché i cinque anni che ci lasciamo alle spalle l’hanno vista all’opera. Troppa inconcludenza e un’immagine pessima della Capitale immortalata dai media di mezzo mondo non sono un buon manifesto elettorale.

 

Carlo Calenda è stato ministro, diceva di volere il «patto per Roma» e che proprio per questo non si sarebbe candidato a sindaco, «sarei un cialtrone». Del patto nessuno ricorda alcunché. Su Alitalia meglio sor-volare. E poi è troppo presuntuoso: ci chiediamo come tratterebbe il cittadino comune che dovesse andare da lui a rivendicare diritti. Questa città non va maltrattata.

Roberto Gualtieri sarà il probabile sfidante di Michetti al ballottaggio. Il marchio di fabbrica è quello del Pci-Pds-Ds-Pd, una scuola di partito che non è riuscita a salvarlo al ministero dell’economia: Mario Draghi lo ha fatto fuori e il Nazareno vuole rifilarlo a noi. Per lui Roma in 15 minuti è un obiettivo: non la conosce.

Lunedì sera si ripartirà con il secondo turno. E Michetti avrà già un grande vantaggio. All’inizio della campagna elettorale sembrava prevalere la diffidenza per un candidato non conosciuto, poi via via l’apprezzamento per una persona chiara, il rifiuto della rissa permanente tra candidati, la scelta di partire subito con i cantieri per lo sviluppo della città. E il chiodo fisso delle periferie da riscattare. Da Gualtieri sempre la stessa musica. Noiosa. Vecchia.

 

Gli elettori potranno misurare due persone. Una completamente nuova, l’altra da troppo tempo impelagata nella politica, quella ben retribuita tra Parlamento Nazionale ed Europeo. Uno, appassionato di Roma e della sua storia millenaria, l’altro, militante politico di una sinistra con le sue troppe trasformazioni. Scuola di vita Michetti, scuola di partito Gualtieri.

Roma ha tanta cultura da offrire a milioni di turisti, ha bisogno di chi la ama. Michetti c’è per questo. Ecco perché va votato. Le risse le facciano in Parlamento e non sulla pelle della Capitale d’Italia.

 

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