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Matteo Salvini compatta la Lega e lancia 5 proposte al Governo sui vaccini

Tommaso Carta
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La cabina di regia per decidere «a chi e quando estendere il Green pass e non se» (copyright Draghi) potrebbe essere giovedì prossimo. L’intendimento sarebbe quello di cominciare dai lavoratori in contatto col pubblico, in quelle attività nelle quali la certificazione «lasciapassare» è richiesta agli utenti, e dai dipendenti pubblici. Sul tema, però, il barometro della maggioranza continua a indicare tempesta. Matteo Salvini prova a ricompattare la Lega. Se è vero che era stato il premier in persona a identificare in lui l’unico leader e interlocutore del Carroccio e a chiudere un occhio (se non due) sulle diverse anime interne, è anche vero, infatti, che su obbligo vaccinale e Green pass diversi sono stati i distinguo arrivati dagli amministratori sul territorio. «Il Green pass? Io ce l’ho e ce l’ha anche Salvini, non c’è nessuna mia opposizione al Green pass», la posizione di Luca Zaia. «Sarebbe meglio convincere le persone ma non sono contrario all’obbligo» vaccinale, l’apertura di Attilio Fontana che l’ex ministro dell’Interno legge sui giornali al mattino.

 

 

Il segretario convoca così in videoconferenza tutti i governatori e fa il punto, per «blindare» cinque punti di quella che sarà la «proposta comune» della Lega. Si va dalla promozione della campagna vaccinale, «salvaguardando la libertà ed evitando obblighi o costrizioni, che potrebbero servire solo in via eccezionale per alcune categorie specifiche» all’utilizzo del Green pass per favorire aperture in sicurezza a partire dai grandi eventi, «ma senza complicare la vita agli italiani» e poi ancora tamponi gratuiti per alcune categorie, così da permettere agevolmente l’ottenimento del certificato verde (ad esempio per i minori che fanno sport o le persone che non possono vaccinarsi); possibilità di usare tamponi salivari molecolari per ottenere il Green pass; estensione dell’utilizzo degli anticorpi monoclonali prescrivibili anche dal medico di medicina generale. Salvini annuncia un confronto con Mario Draghi «in settimana. Mi confronterò con il presidente - dice - su questo la Lega è assolutamente convinta e compatta». L’avviso è chiaro: «L’obbligo vaccinale per tutti, ragazzini compresi, non era presente in nessun accordo», ricorda, ribadendo che il partito che guida resterà al Governo. «Letta ogni giorno che il buon Dio manda in terra, si alza e spera che la Lega esca. Noi lì stiamo. Di lasciare l’Italia in mano a Pd e 5 Stelle non abbiamo nessuna intenzione, questi approvano tasse, sbarchi, Ius soli...», aggiunge.

 

 

Quanto alla possibilità - sempre più concreta, «l’orientamento è quello», viene riferito - che il Governo metta la fiducia sul decreto Green pass, sul quale il Carroccio ha votato contro in commissione Affari sociali alla Camera, il leader prende tempo. «Non commento i se, noi stiamo lavorando per migliorare il testo», taglia corto. Anche all’interno del centrodestra, però, le divisioni restano. Convinto sostenitore del Green pass, ad esempio, è Renato Brunetta: «Si tratta per l’Italia di completare questa storia di successo, di estenderlo a tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, per avere una sorta di passaporto vaccinale, passaporto di sicurezza, che metta appunto in sicurezza tutto il mondo del lavoro e delle relazioni sociali», spiega il ministro della Pa.  Pd e M5S restano all’attacco. «Sostegno pieno al Governo per tutto ciò che è estensione di obbligo vaccinale e di Green pass. Se vogliamo libertà c’è bisogno di essere seri nell’applicazione delle regole. Sosteniamo il Governo Draghi e chiediamo a tutti di fare lo stesso», ribadisce Enrico Letta.

 

 

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