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Duello finale tra Scanzi e Calenda: "Sto***zo", "crescete". Botte da orbi tra fango e insulti

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Nuova puntata nella telenovela a colpi di fango e insulti tra Carlo Calenda e il Fatto quotidiano. Tutto è partito con l'invito del giornale di Marco Travaglio al candidato sindaco di Roma per un dibattito sul voto nella Capitale, rispedito al mittente con una dichiarazione al Foglio dell'ex ministro: "Non voglio legittimare quel giornalismo fondato sugli insulti, le insinuazioni e gli sputacchiamenti". 

 

Oggi la firma del Fatto Andrea Scanzi risponde a Calenda con un  lungo articolo carico di astio e arzigogolati insulti che il leader di Azione ha condiviso su Twitter: "Amici del Fatto quotidiano, potete continuare per altri mesi con queste fiumane di insulti adolescenziali (Water, Bombolo etc), che squalificano solo voi, ma non fate altro che confermare la correttezza della mia decisione di lasciarvi nel vostro brodo (primordiale)". L'articolo di Scanzi "è piuttosto autoesplicativo. Affettuosi auguri per una lesta uscita dall’età prepuberale. Un periodo difficile per tutti. Avete la mia comprensione", è il contro-sfottò di Calenda. 

 

Ma cosa ha scritto Scanzi? Esordisce con un epiteto di un certo livello: "Calenda, l'uomo che sussurrava ai cigni e dava del tu alla coratella", con evidente riferimento alla famosa foto dell'ex ministro in costume. E ancora: "si credeva Churchill e in realtà era stoc***o", "parlava come Bombolo. Abbandonato il cinema per squisita mancanza di talento", "Roosevelt dei Parioli" e via dicendo. 

 

Il giornalista mette in fila quelli che vede come fallimenti della carriera politica dell'attuale candidato sindaco, dagli esordi alla fondazione di Azione. Il tutto tra un epiteto al curaro e l'altro: "Carletto Water(loo)", che diventa "lo Sgarbi tascabile", altrimenti detto "il solito coattone mangia-cigni". 

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