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Carlo Calenda dica a zia Francesca Comencini di girare a Cinecittà invece che in Romania

Gianfranco Ferroni
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Il mondo del cinema romano, tradizionalmente legato alla sinistra, è pronto a sostenere Roberto Gualtieri alle prossime elezioni comunali rivolgendo una semplice domanda al candidato più temuto dal Pd, proprio quel partito che lo ha eletto eurodeputato: «Caro Carlo Calenda, se ami davvero Roma perché non dici a tua zia Francesca Comencini di girare a Cinecittà invece che in Romania? Se ci sei, batti un colpo».

 

Cosa c'è alla base di questa apparente provocazione? Il fatto che Francesca, sorella di Cristina Comencini (che è la madre di Calenda), sta dirigendo una attesissima serie Sky Original, «Django», liberamente ispirata al classico di Sergio Corbucci. Tutto si svolge nel selvaggio West, tra il 1860 e il 1870: Sarah e John hanno fondato New Babylon, una città di emarginati. E qui arriva il problema: realizzate con il supporto del governo della Romania, le riprese della serie sono attualmente in corso tra Racos, Bucarest e l'area del Danubio.

 

Ai professionisti romani del cinema sarebbe piaciuto vedere la Comencini impegnata a Cinecittà: e magari tanti di quei lavoratori, che tra l'altro sono tra i migliori a livello mondiale, poi avrebbero addirittura votato il nipote Carlo alle prossime elezioni. Che poi, visto che bisogna girare delle scene in una città di emarginati, quale location c'è meglio di Roma?

 

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