Ancora attacchi della sinistra ad Enrico Michetti. Le case popolari le vogliono dare ai campioni di Tokyo 2020
Non c’è dubbio, la sinistra è scollegata dalla realtà. E ha dimenticato persino le battaglie di un tempo per la povera gente, quella che aspirava ad una casa senza doverla occupare, ai servizi per i figli che metteva al mondo, al lavoro. Giorni fa Enrico Michetti ha osato affermare che per i servizi da garantire in tema di welfare vengono prima i residenti. Ovviamente a condizioni di reddito. La sinistra è deflagrata, nelle due versioni calendista e gualtierana. Ha detto proprio il leader di Azione che Michetti ce l’ha con i milanesi, ai quali vuole negare le case popolari. Ancora più gustosa la risposta del meno noto Tobia Zevi – che ha tentato senza fortuna di vincere le primarie del Pd – che ha twittato: “Ma questi non romani a cui Michetti vorrebbe togliere asili, case e servizi, sono per caso i Fausto Desalu nuovi italiani che ci hanno fatto inorgoglire a Tokyo?”.
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Esilaranti, ma anche capaci di provocare un’infinita tristezza. Come se il problema della povertà a Roma riguardasse l’unico milanese che conosce Calenda bisognoso di una casa popolare nella Capitale e non nella sua città, o un atleta che si è fatto onore ai giochi olimpici ed improvvisamente farà domanda in Campidoglio per un alloggio.
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Ragionare così vuol dire prendere in giro davvero la povera gente e fa bene Michetti ad insistere sul tema. Perché questa sinistra senza testa è sprovvista di bussola valoriale. Si sciacqua la bocca di uguaglianza e dimentica che vuol dire solidarietà vera. È ovvio – dovrebbe esserlo – che un’amministrazione dovrebbe pensare innanzitutto alla povera gente di casa sua. Per loro no. E per questo quando arrivano al governo della Nazione moltiplicano i poveri spalancando le frontiere a tutto il mondo. Mai che se li portino in casa loro, però. Nei salotti romani che frequentano non usa…
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