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Incredibile a In onda, per Damilano chi critica il green pass ha "simpatie naziste"

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A In onda lunedì 26 luglio di parla di vaccini, green pass, nuove restrizioni contro i contagi del Covid. In studio nella trasmissione condotta da Concita De Gregorio e David Parenzo c'è il direttore de L'Espresso Marco Damilano "Hanno spostato il sit in di mercoledì da Montecitorio a piazza del Popolo, ma insomma, al di là della logistica c'è una questione di responsabilità. Non è criminalizzando chi dissente che si risolve la questione, però dobbiamo anche dire che chi cavalca la protesta del vaccino interessa poco o nulla", dice il giornalista in relazione alla manifestazione contro il green pass della sigla #IoApro in programma martedì 27 luglio a Roma. 

 

"È un pretesto", conferma la De Gregorio. Poi l'affermazione choc di Damilano che taccia di simpatie naziste chi dissente: "Si grida al nazismo da parte di persone che sul nazismo hanno un atteggiamento piuttosto simpatizzante", afferma senza che nessuno alzi un dito. "Parlano di Orwell persone che a malapena l'hanno letto". Paolo Mieli, anche lui tra gli ospiti, chiosa: "Escludo che l'abbiano letto". "Bisogna distinguere tra un'area del dissenso e del dubbio da persuadere con le armi della democrazia e chi ci fa un movimento politico su", continua il giornalista. 

 

In seguito Damilano torna sulla frase di Mario Draghi durante la conferenza stampa sul green pass: chi si vaccina muore o fa morire. "Ha una ricaduta politica", chi è entrato nel governo Draghi "si è preso la responsabilità di combattere la pandemia". "Non si può chiudere la porta del ministero, scendere dall'auto blu e dire ai propri elettori di andare in piazza contro i vaccini e fare l'intervista dicendo che sei un po' di qua e un po' di là: è un atteggiamento irresponsabile". 

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