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Ha ragione Grillo, chi deve comandare è lui. Feltri scioglie la crisi M5s

Giorgia Peretti
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“Oltre ad essere una persona che stimo molto è anche mia amica”. A poche ore dall’annuncio dell’iscrizione alla guida della lista di Fratelli d’Italia per le amministrative di Milano, Vittorio Feltri interviene nella puntata di mercoledì 7 luglio di Agorà Estate. Il talk show mattutino condotto da Roberto Vicaretti, in onda su Rai3, intervista il direttore editoriale di Libero fresco di candidatura per FdI di Giorgia Meloni.

“Da futuro consigliere, non pensa che una volta a palazzo Marino penserà: “Ma chi me lo ha fatto fare?”, gli chiedono. “Beh questo non lo posso sapere oggi, potrei farlo un domani – risponde Feltri - Non è la prima volta che abbandono un incarico non credo che stavolta lo farò anche in omaggio a Giorgia Meloni che oltre ad essere una persona che stimo molto è anche mia amica”. Poi sulla sua fama rispetto al nome di Luca Bernardo, candidato sindaco a Milano, Feltri continua: “La mia faccia del cavolo la conoscono in tanti ma non credo che questo possa avvantaggiare più di tanto. L’importate è che il candidato sindaco riesca a proporre un programma in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica”. Poi la battuta: “Io non credo di riuscire a sensibilizzare nessuno, nemmeno mia moglie”.

 

 

 

 

 

 

 

E Matteo Salvini? “Non l’ho sentito - dice il direttore di Libero - Siamo sempre stati in buoni rapporti con Salvini ma ultimamente ci siamo un po’ guastati perché io ho detto in televisione che lui ha lasciato il primo governo con i cinquestelle senza spiegarci perché. A quel tempo lui era riuscito a domare l’immigrazione selvaggia e uscendo invece si è sbracato tutto”. Immancabile il commento sulla frattura interna al Movimento cinque stelle: “Giuseppe Conte e Beppe Grillo si metteranno d’accordo?”, chiede l’inviata. Feltri risponde così: “Non so chi vincerà penso abbia ragione Grillo perché è il suo partito, lui è il fondatore, anche se debole chi deve comandare è ancora lui. A meno che Grillo non si ritiri, a quel punto può entrare Conte. Ma Conte come politico non è mai stato messo alla prova”. Infine, sul Ddl Zan: “Io penso che ognuno sotto le proprie lenzuola fa quello che desidera. Il Vaticano non ha tutti i torti di impartire l’educazione che ritiene più opportuna nelle sue scuole. Se questo va a scontrarsi con il ddl Zan si crea un pasticcio da cui non ne usciamo facilmente, se dovesse succedere che Matteo Renzi e Matteo Salvini riescano a trovare un accordo, io non potrei che dire che hanno fatto bene”.

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