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Ecco il Dpcm di Draghi, vertice a Palazzo Chigi. Cinema, ristoranti, zone rosse: tutte le misure

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Si tirano le somme sulla stretta Covid che sarà in vigore fino a Pasqua. Riunione a palazzo Chigi sul nuovo Dpcm dal 6 marzo. All’incontro oltre al premier Mario Draghi, il ministro della Salute, Roberto Speranza, la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini e i capidelegazione dei partiti di maggioranza Dario Franceschini (Pd), Giancarlo Giorgetti (Lega), Stefano Patuanelli (M5S) ed Elena Bonetti (Iv).Alla riunione, cominciata da qualche minuto, partecipa anche il ministro dell’Economia Daniele Franco.  Il Dpcm dovrebbe essere firmato domani.

 

Tra le misure al vaglio quelle sulle seconde case, dove è consentito recarsi  in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) ma solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata. Non si può andare nella seconda casa con amici e parenti. Non è possibile invece - a meno di urgenti e necessari motivi - se le abitazioni sono in zone rosse o arancione scuro. Sono vietati i viaggi per turismo.  La sera ancora niente cene al ristorante. Confermato che al ristorante e al bar in zona gialla si potrà andare solo di giorno fino alle 18 e fino alle 22 è consentito l’asporto. Asporto e consegne a domicilio sono consentiti nelle zone arancioni e rosse. Negozi chiusi solo in zona rossa dove sono garantiti esclusivamente gli esercizi commerciali di prodotti essenziali: farmacie, alimentari, ferramenta, cura della persona, parrucchieri. In zona gialla e arancione tutti i negozi restano aperti. Nei weekend continuano ad essere chiusi i centri commerciali. Negli esercizi sono valide le solite misure di sicurezza: distanziamento, mascherina, ingressi contingentati.

 

La scuola resta in presenza per gli alunni dell’infanzia, delle elementari e delle medie. Per quelli delle superiori la didattica è in presenza "almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%".

Dal 27 marzo in zona gialla gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi. "L'ipotesi è quella di consentire la riapertura di cinema e teatri il 27 marzo, Giornata mondiale del teatro. Naturalmente il 27 è la data dalla quale sarà possibile riaprire, non è che il 27 riapriranno tutti, cinema e teatro hanno esigenze diverse", ha anticipato questa mattina a Rtl 102.5 il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. "Il mondo del cinema e del teatro - ha ricordato il ministro - da tempo chiedeva giustamente una riapertura con motivazioni anche forti perché tutti noi abbiamo capito, man mano che l’epidemia andava avanti, quali sono i meccanismi che rendono più facile il contagio: cinema e teatri possono essere luoghi sicuri con il distanziamento, la mascherina, il contingentamento degli ingressi, i biglietti nominativi, la sanificazione. C’è un protocollo molto dettagliato, preparato dalle associazioni di categoria, rivisto dal ministero e dal Cts".

 

"Naturalmente - ha concluso Franceschini - parliamo di zone gialle, ci sarà ancora una fase di emergenza come in tutti i settori, non se ne esce con la bacchetta magica, di colpo: ci sarà da rispettare anche il coprifuoco finché ci sarà, quindi gli spettacoli saranno limitati anche negli orari ma resta un primo segnale importante".

"Dalle regioni arrivano segnalazioni di una situazione in cui la curva risale. Questo significa dover fare i conti con un’epidemia che ancora è il nostro principale avversario e questo vuol dire chiedere ancora ai cittadini di avere il massimo senso del rigore, del rispetto e attenzione rispetto alle norme in campo. Il virus è insidioso e complicato e non si batte solo con le ordinanze e i Dpcm c’è bisogno di sentire una sfida collettiva", ha detto Roberto Speranza, ministro della salute, in occasione della presentazione dei dati del Programma Nazionale Esiti 2020 di Agenas. "L’epidemia è ancora il nostro principale avversario. E dovremo chiedere ancora ai cittadini, straordinari fino ad oggi, di avere il massimo senso del rigore, del rispetto, dell’attenzione delle norme messe in campo", ha detto il ministro.

 

 

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