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Varianti e contagi, Speranza ci prepara alla nuova stretta Covid

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In arrivo la nuova stretta Covid. Nel decreto che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile non si potrà abbassare la guardia. Lo ha spiega dichiarato il ministro Speranza nella sua comunicazione al Senato. I contagi aumentano e l'Rt supererà presto la soglia di 1. «Con maggiore velocità la diffusione della variante inglese rende indispensabile alzare il livello di guardia. È ancora possibile contenerne la diffusione purché vengano applicate misure molto rigorose, che chirurgicamente possono ridurre i focolai. L’indice Rt si avvia con le misure attualmente in vigore a superare la soglia di 1, e i tecnici ci spiegano che con Rt sopra 1 il numero di casi aumenta costantemente in modo significativo, il che potrebbe portare al sovraccarico dei servizi sanitari. Per questo dobbiamo essere particolarmente prudenti, tanto più con le varianti che sono più contagiose e pericolose. L’incidenza è ancora lontana dal consentire identificazione e tracciamento dei contatti. Abbiamo le terapie intensive in 5 Regioni sopra la soglia critica. E negli ultimi giorni si consolida un aumento complessivo dei ricoverati. La bussola, per me, nella scrittura del prossimo Dpcm, che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, sarà sempre il principio di tutela e salvaguardia di diritto alla salute».

 

 

Cosa fare dunque? «Sarebbe un grave errore se all’improvviso, senza alcuna evidenza scientifica, affrontassimo in modo diverso dagli altri Paesi l’emergenza -  ha detto Speranza - Differenziare le misure sul piano regionale legando le scelte a parametri scientifici ci consente di agire in modo proporzionale e ci ha permesso finora di non ricorrere ad altri lockdown generalizzati, a differenza di altri Paesi che ne hanno fatti due o addirittura tre».

 

 

Un passaggio, poi, sulla campagna vaccinale. «I ritardi di alcune forniture dei vaccini, che pure ci sono, non cambieranno l’esito della partita: il Covid è destinato a essere arginato. Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel. Ma bisogna essere chiari: in questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia: non ci sono oggi le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia. Siamo di fronte a un nemico incredibilmente forte. Non c’è un’altra strada diversa dall’unità per affrontare l’emergenza più grande del dopoguerra. Siamo all’ultimo miglio, un passaggio delicato e decisivo per vincere finalmente la battaglia. Adesso serve uno sforzo unitario, una leale collaborazione a Roma e con tutte le Regioni».

 

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