Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dal Pd sì a Draghi. Al governo con la Lega? Non possiamo mettere veti

  • a
  • a
  • a

"Come amava dire il presidente carlo Azeglio Ciampi: l’Italia ce la farà". Il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, si affida auna citazione al termine del colloquio con il presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, nell’ambito delle consultazioni a palazzo Montecitorio. La delegazione Pd ha espresso piena disponibilità al premier incaricato di formare il governo, ma Zingaretti ha disatteso le speranze dei cronisti che lo attendevano non rispondendo alle domande. Eppure di questioni aperte ce ne sono. A partire dalla possibilità, che non è affatto remota, che il Pd si trovi a governare con la Lega dell'arci-nemico Matteo Salvini. 

 

"Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni e le nostre proposte al presidente incaricato Mario Draghi. Preoccupazioni per la crescita intollerabile di diseguaglianze, soprattutto fra donne e giovani",  ha detto Zingaretti, al termine delle consultazioni della delegazione Pd composta dal vice segretario Andrea Orlando, dai capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, dalla presidente del partito Valentina Cuppi. "Non dobbiamo cedere al disfattismo e all’egoismo, dobbiamo ridare fiducia all’Italia e alla nostra comunità. Per raggiungere questo obiettivo occorre utilizzare le risorse europee per un nuovo modello di sviluppo. La sfida è grande e noi faremo tutto per aiutare il paese a vincerla".

 

Il governo davanti dovrà avere un «"orte ancoraggio all’Unione europea, alla sua politica di superamento dell’austerità, di spinta a investimenti con rischio comune, alla solidarietà", è l'auspicio del segretario dem, e un "ancoraggio importante alla nostra storica amicizia euro-atlantica, aiutata dall’elezione di Biden".

Transizione ecologica, riforma fiscale, semplificazione burocratica, nuove politiche del lavoro e per una reale parità di genere, tali da rendere "le donne vere protagoniste del rilancio del Paese": sono alcuni dei punti che il Partito Democratico ha portato al tavolo con il presidente del consiglio incaricato. "Nell’esperienza di governo dei mesi passati, l’Italia è stata protagonista della costruzione della nuova Europa. Un patrimonio che andrà rilanciato e conservato", ha spiegato il segretario Zingaretti. "È importante accelerare ora sui programmi per la transizione ecologica, la riforma del fisco sul rafforzamento della progressività, la semplificazione burocratica a beneficio delle persone e delle imprese medie e piccole".

 

Per Zingaretti, "è decisivo costruire nuove ed efficaci politiche del lavoro contro la crisi sociale, la disoccupazione, a cominciare da chi si sente solo di fronte al rischio di licenziamento". Centrale, nelle proposte del Pd, anche il tema della giustizia:" L’amministrazione della giustizia con maggiore velocità" e attenzione al "rispetto della vita nelle carceri". Legata a questa anche la questione della "lotta alle organizzazioni criminali e la bonifica dei territori occupati dalle mafie". Infine, il segretario dem cita "la ricostruzione delle infrastrutture sociali" e gli investimenti nella "ricerca, nella scuola e nell’università" considerate "miniera per la formazione di giovani generazioni".

Ma sulla composizione del governo, nessun accenno, e dopo la dichiarazione di rito Zingaretti è andato via in auto senza rilasciare ulteriori commenti né tantomeno rispondere alle domande dei cronisti.  

Graziano Del Rio, invece, ha parlato con i giornalisti al termine delle consultazioni. Ha confermato il sì convinto al governo Draghi. Non siamo nelle condizioni di non porre veti a nessuno, ma di proporre dei principi, ha detto Delrio che ha fatto sapere che il Pd non voterà un programma anti-europeista, per esempio, ma sicuramente il professor Draghi troverà la sintesi.

Dai blog