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Governo allo sbando, Conte ne farà di tutti i colori per tenerci rinchiusi

Francesco Storace
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‘Ndo cojo cojo e chissà se ce pijo. Il governo Conte procede alla cieca e va avanti come se fossimo a Carnevale in una indescrivibile confusione di colori e di regole. La sostanza resta una, però: vogliono rinchiuderci di nuovo con una serie di provvedimenti schizofrenici dopo il fallimento delle ultime misure tentate.

Ci saranno altri Dpcm in un susseguirsi di smania decretizia del premier. Per tutta la giornata di ieri si sono accavallate le notizie più diverse, dallo stop agli spostamenti tra le regioni per finire a quelli all’interno dei comuni. Zone rosse di qua e arancioni di là, prossimo week end barricati. Con l’aggiunta di un’ospitalità massima in due per casa. Stanno fuori di testa. Una volta dicevamo «speriamo che le feste di Natale durino». Ora le allungano per non farci dimenticare più la tortura che ci infliggono.

 

Ricordatelo, Giuseppe Conte: facciamo un po’ di sacrifici adesso per passare un Natale sereno, disse col suo solito sorriso fasullo il premier più presuntuoso degli ultimi decenni. Eravamo nel mese di ottobre. Ora scopriamo che l’aumento dei contagi dipende da quello che abbiamo fatto noi durante le feste. Evidentemente sia ad agosto che durante il Natale il demonio si impossessa del popolo per contraddire le disposizioni del governo. Che notoriamente non sbaglia mai.

 

Possiamo chiedere a Conte se è in grado di fare autocritica dalla guida del Paese europeo più martoriato dal Covid visto il numero dei morti al quale non ha corrisposto un’adeguatezza delle misure adottate? Gli scienziati del Cts, che ormai accedono alle riunioni di maggioranza come se fossero soggetti più politici che tecnici, riescono finalmente a capire come sconfiggere il virus anziché aiutare l’esecutivo ad imporci limiti a casaccio alla nostra libertà? Il prossimo sermone del premier sarà grossomodo quello che chiederà «dei sacrifici oggi per preservare il pranzo di Pasqua in famiglia?». Il governo ha fallito in pieno la sua missione. Conte vuole riaprire le scuole almeno al 50 per cento, ma sembra una parte per tacitare la Azzolina. Perché non c’è ancora alcuna certezza per il 7 gennaio. Sui ristori, l’esecutivo è riuscito nell’impresa di scontentare tutti: promettevano piogge miliardarie, c’è siccità. Sui vaccini una figuraccia colossale. Puntualità solo sulla predazione fiscale. È un governo senza alcuna credibilità quello che si appresta a far male di nuovo ad un popolo esasperato da divieti che si stanno rivelando inutili allo scopo. Non si governa con un dpcm alla settimana, che ha lo stesso effetto delle dimissioni annunciate ogni giorno per il giorno dopo dalle ministre di Italia Viva.

 

Nelle prossime ore ne sapremo di più sui provvedimenti a rate di Conte, che nemmeno si pone il problema di farci programmare la nostra vita, le nostre attività. Assisteremo ad un intreccio tra colori delle varie zone in cui dividono le regioni italiane e gli orari del coprifuoco che magari sarà anticipato dalle 22 alle 20. Non c’è uno straccio di progetto serio per la salute, e stiamo qui ad aspettare la terza ondata nel segno dell’impotenza. Ma neppure per l’economia: i dispettosi che ci governano non sono capaci di dire all’Europa – con la serietà che una manovra imponente richiederebbe – per che cosa intendiamo spendere i quattrini del Recovery Fund. Solo titoli e nessun contenuto. Davvero non si sa che cosa augurare a questo nostro maltrattato paese. Da una parte viene il dubbio di come fare senza un governo; dall’altra la certezza che nulla di concreto si potrà fare con questo governo. Ma è proprio la politica che deve risolvere il dilemma. Se c’è il coraggio della rottura rispetto ad un esecutivo logorato, non c’è bisogno di aspettare ancora: riunitevi, menatevi e decidete. Perché se si continua così ammazzate il popolo italiano, alla disperata ricerca di riferimenti certi per uscire da una crisi terribile. Conte si è vantato del nulla. Nessuno gli chiedeva miracoli. Lui ha giocato la parte che non gli apparteneva. E ha deluso milioni di italiani che sono stati lasciati soli, abbandonati ad un destino amaro.

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