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Conte accerchiato: ora i grillini, poi a Palazzo Chigi arriva il Pd minaccioso

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È terminato dopo tre ore l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e la delegazione M5s. Il presidente del Consiglio è ora a colloquio con il Pd, mentre domani è previsto l’incontro decisivo con Italia Viva e Leu.

La delegazione del Movimento 5 Stelle era composta dal capo politico Vito Crimi, dal capo delegazione Alfonso Bonafede, dai capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa ed Ettore Licheri e dai ministri Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli. La presenza del ministro degli Esteri all'incontro è la conferma di come la verifica di governo, prima minimizzata, rappresenti un punto cruciale per la sopravvivenza della maggioranza giallo-rossa.

«Abbiamo ovviamente affrontato anche il tema che riteniamo surreale che da settimane sta imperversando, che è il tema del rimpasto, ribadendo che dal nostro punto di vista non c’è alcuna disponibilità ad alcun rimpasto e ci sembra surreale che in questa situazione di pandemia e di seconda ondata in cui non si riducono nè i morti nè i contagi, si discuta di rimpasto». Così il capo politico del M5S, Vito Crimi, al termine della riunione. «Quindi non si discute di rimpasto. Abbiamo rilanciato sulle questioni che ci stanno più a cuore: la proroga del superbonus fino al 2023, che è una misura fondamentale per il rilancio dell’economia. Poi - ha aggiunto - abbiamo tanti dossier fermi: penso alla legge sul conflitto di interessi e quella sulle lobby, che vanno sbloccate in Parlamento. Abbiamo parlato naturalmente anche del Recovery Fund e abbiamo cercato di fare capire che tutti i ministri siamo messi in condizione di approfondire i progetti presentati e cercare di capire quale sia la migliore configurazione di questo piano per il rilancio del Paese».

I riflettori sono ora puntati sui Dem. La delegazione del Pd che si è presentata a palazzo Chigi per l’incontro con il premier Giuseppe Conte è formata dal segretario Nicola Zingaretti, dal capo delegazione Dario Franceschini, dai rappresentanti del tavolo per le riforme Andrea Orlando e Cecilia D’Elia, e dai due capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci.

"I dossier più importanti sono tutti aperti: dobbiamo uscire dallo stallo. Non andiamo a fare chiacchiere con il presidente Conte" avvisa Delrio prima del vertice.

 

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