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Slitta il Dpcm, servono i dati sulle zone rosse. Notte da incubo per Conte

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Il varo del nuovo dpcm con le misure di contenimento del coronavirus è alle battute finali ma per avere un quadro preciso delle zone rosse e quindi dei territori a rischio lockdown si dovranno attendere i dati dell’Istituto superiore di sanità previsti per domani. Lo stesso viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, sposta in avanti le lancette per la classificazione delle regioni in base ai fattori di rischio: "Secondo me lo sapremo nelle prossime 24 ore", spiega. Sarà quindi tramite l’incrocio determinato da Rt e l’indice di rischio di ciascuna realtà regionale, definito dai 21 parametri stabiliti dal ministero della Salute, che verrà stilato l’elenco delle regioni in zona rossa, zona arancione e zona verde. A ogni ’zona' corrisponderanno regole diverse partendo da quelle più restrittive delle aree rosse a quelle delle aree verdi. 

 

"Non vi è ancora un decreto firmato, ci sono aggiustamenti in corso d’opera. Si sta lavorando sulle restrizioni per le zone rosse, che sono più mitigate rispetto alla famosa zona rossa di Codogno di febbraio-marzo", ha detto il viceministro Sileri a "Fuori dal coro" su Rete4. "Ci sono dei parametri molto precisi per decidere le misure da prendere, ad aprile ne abbiamo decisi 21", ha aggiunto.

Il testo sarà presentato domani alle Regioni che hanno mosso pesanti critiche al testo che, secondo la Conferenza degli enti, le "esautora" dal loro ruolo. 

 

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