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Non ho febbre né dolori. Berlusconi come un leone contro il Covid

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«Non ho più febbre, non ho più dolori. Voglio rassicurarvi, sto abbastanza bene». La voce arriva attraverso gli altoparlanti, è un po' nasale, ma dimostra che Silvio Berlusconi intende restare in campo. Il Cav interviene telefonicamente a un’iniziativa di Forza Italia organizzata a Genova in vista delle Regionali. «Continuo a lavorare nei modi possibili alla campagna elettorale in corso», ribadisce ai militanti presenti, che ascoltano in piedi il suo messaggio, guidati da Antonio Tajani.

L’ex premier sottolinea come «mai» abbia sottovalutato «i rischi» del Covid e «la conseguente necessità di misure di rigorosa tutela dalla salute pubblica» e si dice vicino a chi combatte contro il virus. Berlusconi ringrazia tutti coloro che gli hanno fatto sentire vicinanza e affetto, «dal presidente Mattarella, al premier Conte, dal ministro degli Esteri Di Maio, all’ambasciatore degli Stati Uniti, ai parlamentari di ogni schieramento politico, agli esponenti politici del centrosinistra, a cominciare dal segretario Zingaretti e ai molti esponenti della società civile. Questa vicinanza - sottolinea - mi ha commosso ed è il più grande incentivo ad andare avanti». Avanti, quindi. A sostenere FI, «forza indispensabile per il centrodestra non solo nei numeri ma anche politicamente per governare ed essere credibili in Europa e nel mondo».

 

Intanto, anche la compagna del Cav, Marta Fascina è risultata positiva al Covid. La deputata di FI ha trascorso con lui il lockdown in Provenza e adesso è ad Arcore in isolamento. Il leader non ama la "caccia all’untore" che si è scatenata dopo il suo contagio. Tra le ipotesi, comunque, c’è che il virus sia arrivato da Capri, dove la figlia Barbara - anche lei positiva - ha trascorso alcuni giorni in compagnia di alcuni familiari e amici. Berlusconi, comunque, continuerà a partecipare alla campagna elettorale con interviste stampa e sui social. Da lunedì erano previsti alcuni interventi in tv e non è escluso - pur non partecipando in studio - che l’ex premier si faccia vivo al telefono o in collegamento. Tramontata, a meno di una guarigione veloce, la possibilità di fare un blitz a Napoli o in Puglia, tappe che aveva messo in agenda per la chiusura. «È complicato - spiegano dallo staff - ma mancano due settimane e potrebbe stupirci».

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