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Mascherine, finti test, vaccino. Storace dà a Zingaretti il Nobel della bufala

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Dategli un premio, magari non per la medicina. "Nicola Zingaretti aspira al Nobel per la bufala. L’ansia da prestazione che lo caratterizza su questa storia del coronavirus presenta aspetti davvero inquietanti. Ne colleziona tante, una dopo l’altra", scrive Francesco Storace sul sito 7Colli elencando i "titoli" per cui il governatore del Lazio e segretario del Pd meriterebbe il riconoscimento. 

 

"In principio fu l’aperitivo ai Navigli, a Milano. Andò per suonare e tornò suonato. Il Covid si abbatté su di lui e lo costrinse alla quarantena. Dentro la notizia, indubbiamente", ricorda il vicedirettore de Il Tempo che continua: "Da allora decise di offrire l’esempio, ma andando sempre a sbattere al palo più vicino. Come sulla storia delle mascherine, un autentico danno alle casse della regione che nessuno paga. L’app Impuni, potremmo battezzarla. Spariscono tredici milioni di euro, si volatilizza una montagna di mascherine commissionate dalla regione Lazio, si favoleggia di un’indagine della magistratura i cui atti nessuno conosce. Esistono?

Basterebbe questo. Ma "mica è finita, perché la corsa di Zingaretti verso il premio Nobel per la bufala si arricchisce di nuove medaglie sul curriculum. Quello scapestrato del suo assessore alla sanità, Alessio D’Amato, si inventa i test brevi, quelli che ti fanno sapere in un nanosecondo se il Covid ti ha pizzicato oppure no. Manco per idea. Orari sballati, disorganizzazione al massimo e pure errori diagnostici. Un illustre professore come Roy De Vita ha raccontato le peripezie della prole fino alla meta del tampone. Nessuno ha ancora saputo se la regione Lazio ha mandato o meno un biglietto di scuse per i disagi arrecati", si legge nell'articolo di Storace che smaschera ZIngaretti sulla propaganda del vaccino.

 

"Mentre in tutto il mondo se ne sperimentano diversi, Zingaretti versa cinque milioni di euro alla ricerca per lo Spallanzani e pensa di cavarsela così. Sembra una puntata di ok, il prezzo è giusto. Rimborsa un bel po’ di volontari e annuncia che ci siamo quasi". Peccato che fuori dall'Italia il lavoro sui vaccini è già in fase avanzata. "E lui, Zingaretti, si presenta al popolo a dire tenetevi pronti, ci penso io. A che serva tutto questo non lo capisce davvero nessuno. Tra qualche mese scopriremo la realtà e per l’ennesima volta l’illusionista che sta alla regione Lazio non pagherà dazio. Ci vorrebbe serietà, lasciar lavorare gli uomini di scienza senza doverci per forza mettere il timbro della politica. Che di solito è di pessimo augurio e, vista la materia, sarebbe meglio evitare. Ma Zingaretti è fatto così: la sua bella mascherina ce l’ha sempre così. È double face: per annunciare o per nascondersi. E i gonzi abboccano". 

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