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Di Battista senza freni, il suo vaffa ai "demolitori": "Ma sì, buttate giù tutto"

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Alessandro Di Battista prende posizione sulla polemica revisionista seguita all'omicidio di George Floyd negli Stati Uniti e, come al solito, lo fa senza mezze misure, Ironicamente dice: "Buttiamo giù tutto". Ma poi torna serio e se la prende con il "politically correct" che distrae dalle vere questioni.

"Ma sì, buttiamo giù tutto - scrive in un lungo post su Facebook - La statua di Montanelli e poi il Foro italico. Nelle piscine del ventennio bambini e ragazzi nuotano ancora oggi ma che sarà mai, troveranno di meglio. Demoliamo, mattone dopo mattone, come fosse la Bastiglia, il Palazzo di giustizia di Milano. Vedrete che anche qualche tangentaro scenderà in piazza per festeggiare la distruzione di quell'edificio fascista e manettaro progettato da Piacentini".

"Ma non fermiamoci qui. Dell'arco di Tito cosa ne vogliamo fare? - continua - E' un capolavoro sì, ma è pur sempre il monumento che ricorda la distruzione del Tempio di Gerusalemme. E' chiaramente un'opera antisemita. Demoliamo! E poi il Colosseo dove vennero trucidati migliaia di cristiani. Via tutto, rispetto per la libertà di culto!".

"Di questo passo gran parte dell'Italia verrà smantellata - accusa - Le stazioni fasciste, i monumenti monarchici, strade e autostrade costruite grazie all'Impero ed al sangue versato dai colonizzati. La furia conformista colpirà chiunque, da Giovanni Paolo II per aver stretto la mano a Pinochet fino a De Andrè, per aver utilizzato la parola 'puttana' in Via del Campo. Non si salverà Caravaggio, ubriacone e galeotto, né Paolo Villaggio, per aver costretto Pina a stare in casa, né Christian De Sica reo di farci ancora ridere con battute volgari, sessiste e misogine. Come nella Berlino degli anni '30 verranno dati alle fiamme pezzi del passato. Stavolta niente libri, la collera perbenista distruggerà per sempre le bobine dei film dei Vanzina affinché le mutande di Zartolin o la parlata di Isaac George finiscano nell'eterno oblio. Guai a ridere nel ricordo di quelle gag, come ai tempi della Savak iraniana decine di migliaia di “sentinelli” ci ascolteranno nei bar, nei mercati e se qualcuno di noi dovesse mai ricordare quell'ignorante di Chicco Lazzaretti, quella schiavista di Rossella O'Hara o quei vigliacchi di Mandrake e Pomata - colpevoli di non aver liberato di notte Soldatino - finirà in galera".

"Nel frattempo le galere si saranno svuotate di criminali veri - conclude - Dei corrotti, d'altro canto, non fregherà niente a nessuno. Una società impegnata a vivisezionare le dichiarazioni dei morti piuttosto che indagare gli atti dei politici vivi è una garanzia per i ladri. I corrotti temono le manifestazioni alle Vele di Calatrava o al Mose di Venezia non certo quelle fatte sotto le statue di Colombo. In USA il reddito annuo di una famiglia afro-americana è di circa 40.000 dollari, di una famiglia bianca 70.000. Tutta colpa di Amerigo Vespucci, non del liberismo....In Italia la corruzione continua a dilagare, si è passati dalle bustarelle alle consulenze, sarà colpa di Massimo Boldi. Il “politicamente corretto” è l'arma principale in mano al regime di oggi, quel totalitarismo liberista che ogni qual volta esce una notizia che ci distrae dalle diseguaglianze sociali stappa bottiglie di champagne dopo aver osservato un minuto di silenzio per chi si ammazza perché ha perso il lavoro". Game, set, partita.

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