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Il Fronte del No: "Ricorso se il sì vince grazie agli italiani all'estero"

Lo ha annunciato il costituzionalista Pace, a capo del Comitato. Renzi: "Hanno paura di parlare del merito"

Carlantonio Solimene
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Un ricorso se al referendum il voto degli italiani all'estero si rivelasse decisivo in favore del sì. Lo ha annunciato il costituzionalista Alessandro Pace, presidente del Comitato per il no. "Se il voto dei cittadini italiani all'estero dovesse rivelarsi determinante per la vittoria del Sì" al referendum del 4 dicembre sulla riforma Costituzionale, "allora - spiega Pace - impugneremo questa consultazione davanti all'ufficio centrale del referendum, che è un organo giurisdizionale, e si andrebbe davanti alla Corte Costituzionale". L'annuncio arriva al termine di settimane in cui il voto dei concittadini emigrati è stato perennemente nella bufera per le accuse delle opposizioni al governo, colpevole di aver inviato una lettera a tutti gli italiani all'estero nella quale non si spiegavano nel dettaglio tutti gli aspetti della riforma, ma si esaltavano semplicemente le ragioni del sì. Matteo Renzi, in ogni caso, non sembra preoccupato dall'iniziativa del Comitato per il no. "Noi non faremo ricorsi e controricorsi - ha detto il premier nel corso di un'iniziativa pubblica a Piombino - faremo una battaglia con il sorriso e parliamo del merito». «Loro hanno paura di parlare del merito - ha aggiunto Renzi - perché se si capisce che la domanda è sul rendere il Paese più semplice non ce n'è per nessuno. Il tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità, parliamo nel merito». Se l'iniziativa di Pace raccoglie il plauso del fronte del no ("Credo sia utile, visto che si è scoperto il caso di un italiano all'estero che ha ricevuto due schede. Non parlo di brogli ma è una irregolarità" ha detto il governatore lombardo Roberto Maroni"), polemica è la reazione dei sostenitori della riforma: "Minacciare un ricorso è il tipico atteggiamento di chi per anni con la burocrazia ha affossato l'Italia. È un modo di appigliarsi a uno pseudo cavillo burocratico di chi non accetta il voto democratico e la scelta degli italiani" ha protestato Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra.

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