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E Ruby difende il premier "È come la Caritas, gli voglio bene"

Ruby, la ragazza marocchina al centro dell'ultimo polverone sollevato contro Silvio Berlusconi

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Tutti la cercano, tutti vogliono strapparle qualche dichiarazione o qualche altro scoop legato alle feste nella villa del premier ad Arcore e lei, l'avvenente giovane marocchina al centro dell'indagine a «luci rosse», sta al gioco. Non si nega e dal suo nascondiglio di Genova dove ha detto di essere scappata «per sfuggire alla stampa e alla polizia» risponde al telefono. Vuole raccontare la sua verità, non quella che è stata «manipolata» da alcuni giornalisti, e così, appena Gianluigi Paragone, presentatore del programma L'Ultima Parola, la chiama per intervistarla, lei si sfoga. Parla a tutto campo e racconta la sua versione dei fatti e, senza timori, prova a definire il suo rapporto con il Presidente del Consiglio. «Rapporto sessuale no, rapporto d'amicizia tantomeno. Posso dire di aver fatto quasi un giro alla Caritas, quando ti danno la busta della spesa. Lui mi ha aiutata, mi ha salvata da una situazione difficile. Posso solo essergli riconoscente, gli voglio un bene dell'anima e spero che tutto questo non lo rovinerà». Ruby dice di non aver sentito Berlusconi in questi giorni e di averlo «visto una volta sola dal vivo», ma, di quell'incontro, non vuole parlarne. Ruby dimostra così di essere una ragazza che, nonostante sia ancora minorenne (compirà diciottanni tra due giorni, ndr), ha carattere. Ricorda la sua infanzia difficile in Marocco. Racconta del padre che l'ha ripudiata e della fuga in Italia: «Sono stata ripudiata da mio padre. Lui è musulmano, io sono diventata cattolica e se c'è qualcuno intelligente che sa qualcosa della cultura islamica può capire cosa pensa un musulmano se la figlia diventa cattolica. La reazione di mio padre è stata quella di buttarmi fuori di casa. Così sono andata a fare la cameriera a Catania, poi sono salita a Milano. La mia è una vita come quella di tante altre, solo che ho fatto cose che altre ragazze della mia età non fanno. È una questione di mentalità. Qui a 12 anni sei considerata ancora una bambina. Mio padre a 12 anni voleva farmi sposare con un uomo di 49». Poi respinge l'accusa di furto che nel maggio scorso la portò negli uffici della Questura di Milano: «Questa persona che mi ha accusata deve pagarmi i danni. Mi ha accusata di aver rubato ma io le ho sempre pagato l'affitto. Questa è solo spazzatura, proprio spazzatura». Tutti brutti momenti della sua vita che ad un certo punto, però, lasciano spazio a una sorpresa: «Ora riprenderò la mia vita in mano - racconta la ragazza - mi allontanerò da tutta questa sporcizia e spero di finire gli studi e realizzare il mio sogno: fare il carabiniere, sogno di farlo da quando avevo 12 anni. Non il mondo dello spettacolo come tanti pensano. Certo, il mio problema è la cittadinanza, però passo dopo passo spero di ottenere anche quella». Un sogno che era affiorato già nel Paese d'origine e che fa emergere anche il lato autoironico di Ruby: «È stata talmente forte la voglia di fare il carabiniere che mi sono trovata spesso da loro ma sempre dall'altro lato della scrivania». E alla domanda di Paragone che le chiedeva il motivo di tutti questi guai con la giustizia, lei replica: «Sono stata colpevole solo una volta a 12 anni, quando ho rubato una borsa. Lo avrebbe fatto qualsiasi altra persona al mio posto. Non sapevo dove andare a dormire, cosa mangiare, meno male che non mi sono messa in strada come hanno fatto tante altre». E proprio da quella strada è venuta via anche grazie al Cavaliere. Un uomo verso il quale Ruby usa solo belle parole: «Posso solo ammirarlo, parlarne bene. Grazie a lui non sono finita sulla strada nè a fare lavori indecenti. Mi ha aiutata senza un tornaconto. La gente ha manipolato tutte le mie dichiarazioni. Posso capire che il presidente stia sulle scatole a tanti, ma non è giusto usare me per colpire lui. Io non ho detto nulla di quello che è stato scritto sui giornali, di verità sui giornali ce ne è veramente poca. Quando ho detto ai giudici che avevo incontrato Berlusconi hanno voluto indagare, la cosa ha fatto notizia. Adesso hanno scritto tanti, ma devono mettersi il cuore in pace: non c'è una notizia diversa». Infine l'ultima rivelazione: «Parlerò tra tre giorni - dice - quando sarò maggiorenne. Ma la verità non uscirà in televisione nè sui giornali. Non mi venderò come tante altre nella mia situazione. Io intendo pubblicare un libro dove racconto la verità sulla mia vita e dove ci sarà anche Silvio Berlusconi».  

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