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Si presenta in burqa E i bimbi scappano

Donne in burqa, il velo intergrale tradizione dell'Islam

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Cos'ha in testa l'Europa? La Francia ha messo da parte il berretto frigio con la coccarda blu, rossa e bianca dei rivoluzionari e ha indossato l'elmetto della polizia per mettere ordine nel caos multiculturale delle sue banlieue, approv E il vento che soffia dalla Grande Nation ha ravvivato in Italia la fiamma delle polemiche, spingendo la Lega Nord a proporre al Parlamento una legge anti-burqa e arrivando fino alla piccola città di Sonnino, dove le mamme di una scuola materna non vogliono più che i bambini siano spaventati dalla donna che ogni giorno accompagna il proprio figlio all'asilo coperta da un lungo velo nero. Dietro la retina che le permette di vedere senza scoprire gli occhi, la donna marocchina è diventata l'argomento del giorno nei bar del piccolo paese in provincia di Latina. Alcuni dei giovanissimi alunni della «Leonardo da Vinci», parlando con i loro genitori, l'hanno chiamata «la maestra nera», quella signora con la veste scura che li ha intimoriti così tanto da non voler andare a scuola. Per questo le mamme dell'istituto hanno deciso di organizzare una raccolta di firme per trovare una soluzione. E hanno tenuto a sottolineare che la loro decisione non è stata presa per colpevolizzare la donna, ma per rispettare le esigenze dei loro figli. «Fuori dalla scuola è liberissima di indossare ciò che vuole», hanno detto, «ma chiediamo che dentro la scuola si faccia riconoscere», mostrando almeno il volto lungo i corridoi e nelle aule. La direzione della scuola ha preso sul serio la protesta. La direttrice scolastica Assuntina Natalini ha convocato per lunedì una riunione per discutere con i genitori del caso. Ci dovrebbe essere anche il sindaco, Gino Cesare Gasbarrone. Ieri il primo cittadino ha preso la parola per difendere la comunità di Sonnino da speculazioni ed evitare incomprensioni. «Con il dialogo sono certo - ha detto - che si potrà far capire alla signora che, nel momento in cui i bambini risentono di questa cosa e manifestano un disagio, è necessario ragionare insieme e trovare una soluzione condivisa, che rispetti le esigenze della signora e anche quelle dei bambini». La signora, che vive nel centro storico del paese da ormai un anno e mezzo, in realtà non è una donna qualunque: è la moglie di Moustafa Addi, l'imam della moschea di Priverno, pochi chilometri da Sonnino. Moustafa ha passato la giornata a ripetere a tutti che non c'è nulla da temere da un vestito: «È solo un abito che indossano le donne del mio paese». Niente di più che il rispetto della tradizione religiosa e della diversità, in un territorio che ospita persone di diverse confessioni religiose, non solo musulmani. Come gli evangelici, che a Sonnino hanno anche un pastore, Claudio Zappalà. Lui ieri è intervenuto a difesa della moglie di Moustafa: «Se la legge consente di girare con il viso coperto - ha detto - è giusto che la signora assecondi la sua religione e indossi il burqa, se crede. Ai bambini è possibile insegnare la diversità». Ma la comunità resta in allarme, e Gasbarrone, in attesa della riunione di lunedì nell'istituto di via Capocroce, ha voluto precisare: «Nessuna ordinanza anti burqa, al momento. Ma a mali estremi, estremi rimedi». Un rimedio lo ha trovato il governo di Nicolas Sarkozy. Martedì Parigi ha detto l'ultimo sì alla legge che vieta a chiunque di indossare indumenti che rendano irriconoscibile il volto in luoghi pubblici, e che di fatto è stata pensata per mettere al bando il burqa. In Italia, dopo il sì di Gianfranco Fini, ieri la Lega Nord ha presentato alla Camera una proposta di legge identica a quella francese. Nel provvedimento ci sono una multa di 30 mila euro e in alcuni casi anche il carcere fino ad un anno per chi costringa, testualmente, «uno o più individui all'occultamento del volto con minacce, molestie o in modo tale da cagionare un perdurante stato di ansia o di paura». L'intenzione esplicita di Marco Reguzzoni, il capogruppo del Carroccio a Montecitorio che ha presentato il disegno di legge, è sfruttare il momento in termini politici, costruendo «un fronte comune» con la Francia in Europa. «Per la prima volta - ha sottolineato Reguzzoni - la legge francese sancisce tutti coloro che hanno atteggiamenti che portano in questa direzione». Con l'Italia al suo fianco, la battaglia di Sarkozy potrebbe investire i governi di tutta l'Unione europea.  

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