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Silvio finisce con le denunce e una lettera

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Alla fine la querela è arrivata. Dopo un mese di intere pagine su Noemi, veline, divorzio, voli di stato. Con interviste, lettere, ricostruzioni, dietrologie, ipotesi, repliche e controrepliche, il presidente del Consiglio passa all'attacco. O meglio alla difesa per via giudiziaria. Lo fa nel giorno in cui El Paìs ha pubblicato i famosi scatti del capodanno a Villa Certosa. Non solo. Repubblica ha riportato le pagine del quotidiano spagnolo, compreso di foto e didascalie. Per il premier si tratta davvero della goccia che fa traboccare il vaso. «Quelle foto rappresentano una violazione inaccettabile della privacy. Sono scocciato da questo modo di fare politica», tuona Berlusconi. Assicurando, comunque, che quegli scatti non ritraggono «nulla che sia negativo», anzi, «sono normalissimi». Da qui la sua decisione, e cioè denunciare El Paìs e Repubblica. Il quotidiano romano, infatti, «ha utilizzato il trucchetto di pubblicare le foto» del giornale spagnolo. Immagini, sottolinea il presidente del Consiglio, che «costituiscono corpo di reato». La giornata di Berlusconi comincia con la lettura dei giornali e la visione delle foto, che per lui «sono un assoluto illecito» e raccontano di un privato rubato «addirittura dentro alle stanze e attraverso i vetri della residenza dove ragazze fanno il bagno in una Jacuzzi, in una casa destinata agli ospiti». Nella lunga maratona preelettorale, con interviste a radio e tv, il Cavaliere affonda: «Non ho nessuna paura, si tratta di foto innocenti, non c'è nessuno scandalo ma questa è una violazione del privato ed una aggressione scandalosa». Calunnie «assolutamente distaccate dalla realtà» anche quelle su Noemi, «una ragazza di 18 anni, semplice e naturale, che va a scuola». Berlusconi non teme perciò problemi con il mondo cattolico ed il Vaticano e persino ci scherza su («ma vadano a quel paìs», dice riferendosi ai giornali), convinto com'è che la campagna ordita a suo danno dai quotidiani «che reggono la coda alla sinistra» e dagli stessi avversari politici non abbia fatto che avvicinare a lui gli italiani, «affatto stupidi». Ieri, intanto, è stata diffusa la lettera inviata dal capo del governo agli italiani. Non è la prima volta che Berlusconi, con una missiva, invita i cittadini a votare per lui. Ma stavolta la cosa è un po' diversa, basta leggere le prime righe: «Avrei voluto usare la campagna elettorale per spiegare l'importanza dell'Unione Europea e confrontarmi sul ruolo dell'Italia in Europa. Invece in queste ultime settimane l'opposizione, spalleggiata dai suoi giornali e dai suoi programmi televisivi, ha fatto una campagna basata soltanto su ignobili e scandalosi attacchi personali. Non credevo davvero si potesse arrivare a tanto». Ed è proprio questo l'obiettivo: puntare il dito contro «le calunnie», le «accuse personali» dell'ultimo mese, del tutto gratuite e infondate. Distogliendo soprattutto l'attenzione dalle questioni importanti e dall'operato del governo. «Abbiamo una sinistra meschina e di cui vergognarci», attacca in serata a Matrix. E anche le polemiche sui voli di Stato dimostrano a giudizio del premier «piccineria, meschinità e invidia personale della sinistra, perché è vero che di voli di Stato se ne sono fatti più del governo precedente, ma è stato perché ci siamo trovati in mezzo ad una crisi e siamo dovuti andare in giro per il mondo». E qui, altra querela in arrivo, stavolta all'Unità che ieri accusava il premier di aver trasformato aerei Fininvest in voli di Stato. «È una menzogna. Tutte le spese - spiega il suo legale Niccolò Ghedini - sono state sostenute da Berlusconi». Il premier prova dunque a sminare il terreno in Italia dalle critiche pesanti piovutegli addosso, ripromettendosi dopo il voto «una azione mediatica sulla stampa estera», collegata alla sinistra e «pagata a pezzo», e che mal rappresenta la nostra realtà nei paesi stranieri.

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