L'inchiesta riparte dall'allarme inascoltato

.Il lavoro della commissione di tecnici voluta dal procuratore della repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini non è semplice. Gli inquirenti che indagano sui crolli degli edifici provocati dal terremoto sentiranno i primi testimoni. Non solo chi ha realizzato, costruito, diretto i lavori, ma anche chi in tempi non sospetti aveva denunciato situazioni dubbie. Tra queste Carmela Tomassetti, 23 anni, fuggita dalla casa dello studente una settimana prima della tragica scossa che proprio il 30 marzo aveva denunciato la precarietà della struttura dove viveva, un allarme rimasto lettera morta. «La casa dello studente doveva essere chiusa - denuncia la giovane - voglio giustizia per tutti gli amici che sono morti sotto le macerie. Ho chiesto un sopralluogo e mi hanno detto che era tutto a posto». E per capire cosa è successo, per valutare lo stato delle abitazioni e dei palazzi prima del terremoto sono in corso sopralluoghi e prelievi da parte della squadra mobile e dei carabinieri, con l'ausilio di consulenti tecnici. Vengono effettuate riprese video e prelievi di campioni dalle macerie di alcuni degli stabili crollati. I campioni prelevati verranno analizzati in laboratori e comparati con la normativa vigente all'epoca della realizzazione dei fabbricati e dei successivi lavori di adeguamento. La Polizia sta seguendo l'evolversi della situazione clinica dei feriti provenienti da alcuni degli stabili oggetto dell'indagine aperta dalla magistratura per disastro colposo. La Regione – lo ha sottolineato il Governatore Gianni Chiodi – è pronta a costituirsi parte civile nell'eventuale processo. Al centro dell'attenzione delle indagini rimane la struttura del San Salvatore, gravemente danneggiato nonostante sia stato inaugurato appena pochi anni fa. L'ospedale é uno dei punti principali dell'inchiesta aperta dal procuratore Alfredo Rossini. Lo ha detto lo stesso magistrato al termine di una riunione. Acquisiti anche i risultati di un'inchiesta parlamentare di qualche tempo fa.