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Casini assalta il Pdl

Casini

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L'Udc è pronto a salpare. Il «vento di centro» soffia e spingerà la barca verso le coste di un nuovo partito, quello della Nazione. Direzione? Sembra proprio il caso di dire «destra». Questa è la nuova strategia dell'Udc che ha convocato all'Auditorium Conciliazione di Roma, più di duemila delegati. Andare alla ricerca degli scontenti di un bipartitismo ritenuto fallito con la consapevolezza che, se l'elettorato di sinistra è più reticente a spostarsi al centro, qualche successo si può ottenere limando i fianchi del Pdl. In primis attaccando Fini. Il titolo della convention è «il partito della Nazione».  E non è un caso visto che il titolo dell'ultimo congresso di An era stato «il partito degli italiani». Dunque, uno abbandona il vessillo nazionale (anche perché vota il federalismo con la Lega che invece Casini non ha votato) e l'altro lo imbraccia. Spiega Rocco Buttiglione, presidente del partito, come la parola «Nazione» «è stata screditata dal Fascismo rendendola baluardo della destra». E aggiunge: «Se a questo poi si unisce che molti esponenti di An non hanno apprezzato né la svolta laicista di Fini né tantomeno di aderire ad un partito senza identità e stanno guardando a noi dell'Udc». E allora il gioco è fatto. Poi tocca a Gianfranco, che si era espresso contro la legge 40 difesa invece da Pier, diventa il bersaglio preferito dal palco. Tanto che Cesa accusa il presidente della Camera: «Si spogli dei panni così impegnativi di terza carica dello Stato, così da essere ancora più libero di condurre le sue battaglie ideologiche». Dopo Fini tocca a Berlusconi. «Preferisce rimanere in luna di miele con il paese come fanno i cattivi medici che rassicurano l'ammalato anzichè curarlo», commenta il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. Ma questo non è abbastanza, bisogna prendersela anche con il Pdl. Sottolinea Buttiglione: «L'amalgama di centrodestra ha solo due collanti: il potere del consumismo e Berlusconi che prima ha tentato di soffocarci e non ci è riuscito, poi, dicendo che anche senza di noi si vince, ha incassato la sconfitta di Trento, e ora ci sta corteggiando ricevendo in cambio la risposta del mio amico Cesa "abbiamo scelto la libertà"». E Casini rilancia: «Oggi aleggia uno spirito di speranza. Ci sono tanti giovani e soprattutto con loro possiamo cambiare la politica italiana. Dobbiamo essere protagonisti di un partito nuovo e non dobbiamo consegnare le nostre idee o valori ad una padrone». L'Udc farà una campagna per le elezioni Europee ricordando di essere il solo partito italiano attualmente iscritto al Ppe (all'assemblea erano presenti il presidente del Ppe Wilfred Martens e del segretario generale Antonio Lopez Isturiz, ndr). E proprio sull'ipotetico triste epilogo del bipolarismo torna a commentare lo stesso Buttiglione spiega: «Siamo arrivati al paradosso. Ad aprile dell'anno scorso l'Idv di Di Pietro promise di confluire nel Pd subito dopo il voto, e invece, questo non succederà mai. Dall'altra parte la Lega mantiene la sua autonomia e il Pdl deve rincorrerne le posizioni. E poi noi non siamo spariti dal Parlamento come qualcuno voleva che accadesse, mantenendo ben vivo il centro». Manca solo un'ultima spallata al Pd che Cesa serve su un piatto d'argento davanti ad una sala stracolma di delegati. Il primo attacco va nella direzione dell'ex leader del Democratico, Walter Veltroni, complice «della deriva bipolare che ha preso l'Italia», la seconda all'attuale segretario Dario Franceschini suggerendogli di «non manifestare con la Cgil scegliendo il riformismo sindacale piuttosto che la piazza». Ma è ormai ora di pensare oltre Pdl e Pd andando alla ricerca di «quel 22% degli italiani - commenta Buttiglione - che vorrebbe un partito di centro ma che non ci vota perché crede non siamo ancora abbastanza forti per sostenere i nostri valori nel Parlamento».

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