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"Quell'archivio attenta alla sicurezza nazionale"

Niccolò Ghedini

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Onorevole Ghedini, il premier parla di uno scandalo intercettazioni, che potrebbe riverlarsi il più grande della storia. È d'accordo? «Le notizie che circolano sono molto preoccupanti. Si ipotizza che siano quasi 400 mila i soggetti intercettati. E non parliamo di intercettazioni classiche. Sono le verifiche di tutti i tabulati telefonici facendo degli incroci di questi tabulati. Tra queste persone ci sono quasi tutti i principali partiti di rilievo, la presidenza del Consiglio, molti esponenti del Governo. È un fatto molto grave. E poi, avere in giro i tabulati telefonici del capo dei servizi segreti riguarda la sicurezza nazionale».   Per Di Pietro però, si tratta di una bufala, l'ennesima da parte di Berlusconi. «Di Pietro ancora una volta fa antiberlusconismo solo per partito preso. Ci sono delle dichiarazioni dello stesso Genchi, dove conferma di aver lavorato in questi anni su richiesta dei vari pm. Questo è il vero fatto storico, la novità. Se il tutto dovesse essere confermato, ci troveremmo di fronte ad un fatto di gravità eccezionale». Bisogna aspettare la conferma, certo. Genchi intanto si proclama vittima di «vili aggressioni». È davvero una vittima? «Difficile da dire, per ora. Può essere che Genchi abbia svolto semplicemente delle indagini per conto delle procure, o invece...È troppo presto per fare una valutazione di questo tipo».   Ultimamente si parla spesso di intercettazioni, e su più fronti. Da avvocato lo considera ancora uno strumento utile al suo lavoro? «Per alcuni reati (vedi mafia e terrorismo) sì lo è, anzi direi indispensabile. In altri casi, però, i pedinamenti, gli appostamenti, i controlli contabili sono molto più utili delle intercettazioni, sicuramente meno invasivi della privacy. Ma mi sembra che negli ultimi anni i pm si siano adagiati sempre di più solo sull'utilizzo delle intercettazioni».   E perché? «Perché tanto non le fanno loro, le affidano a qualcun altro. Come dire, c'è un po' di pigrizia investigativa».   Come la mettiamo con le agitazioni interne alla maggioranza proprio sulle intecettazioni? «Guardi, c'è accordo su tutto il testo del governo. Si tratta di capire solo se allargare la platea dei reati intercettabili. Ma non c'è alcuna polemica o scontro nella maggioranza».   Nell'ultima settimana, però, non è parso così. «Ma no. Sono problematiche tecniche tese a fare una legge che tuteli al massimo i cittadini. Martedì prossimo ci rivedremo ancora e si arriverà ad una intesa».   Quindi nessun problema con Giulia Bongiorno? «Questa sì che è una bufala. Ho appena finito di parlare con lei al telefono. Stiamo lavorando insieme per offrire un testo il più possibile condiviso».   Altra nota dolente: la riforma della giustizia. Dopo lo slittamento di venerdì scorso, quando sarà portata in Consiglio dei ministri? «Il testo è pronto, penso che arriverà nel prossimo Cdm. E comunque, lo slittamento c'è stato per portare avanti la questione carceri, non certo per altro».

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