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Il Governo incontra i sindacati e in nome della concertazione rinvia i cambi al vertice

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Il Governo che era entrato al tavolo tecnico sui trasporti convocato a Palazzo Chigi con la volontà di mettere mano ai vertici delle due aziende non ce l'ha fatta. Di fronte a sè ha trovato i sindacati che aspettavano l'Esecutivo alla prova della concertazione, finora solo promessa. Così le intenzioni del sottosegretario al dicastero dell'Economia, Massimo Tononi, che solo giovedì scorso aveva annunciato rivoluzioni in arrivo sono rimaste sulla carta. Meglio non mettersi contro anche le organizzazioni dei lavoratori avranno pensato il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi e quello del Lavoro, Cesare Damiano che insieme al sottosegretario Enrico Letta, hanno ricevuto i sindacati. Tanto più in un momento in cui il Governo Prodi si trova contro una serie di categorie, come i tassisti e i professionisti, per le norme del decreto sulle liberalizzazioni. I sindacati sono stati, anzi, rassicurati sulla volontà dell'Esecutivo di non lasciarli fuori dalle decisioni politiche con l'annuncio dell'istituzione di una cabina di regia per affrontare in maniera coordinata tutti i problemi del trasporto, cambi al vertice compresi. Così a suonare la ritirata di fronte al muro dei sindacati è stato Letta. Di nomine per Ferrovie ed Alitalia non si sarebbe parlato in Consiglio dei ministri, «non è avvenuto oggi (ieri ndr), avverrà nei prossimi giorni», ha detto il sottosegretario alla Presidenza che ha poi ha tenuto a precisare: «nei prossimi giorni si discuterà delle strategie per il futuro delle società». E a tranquilizzare ulteriormente chi sta seguendo la vicenda è sceso in campo in serata lo stesso Prodi. «Il governo sta definendo strategie e nuovi vertici delle aziende controllate dal Tesoro. Le nomine sono imminenti, a iniziare dai prossimi giorni e non saranno fatte in un'unica soluzione. Nella rosa di nomi per Fs, Anas ed Alitalia ci sono anche, nell'ordine, Mauro Moretti, Francesco Mengozzi e Maurizio Basile, ma le rose sono molto più ampie» ha detto il premier in un'intervista con la Reuters. Non sono solo i nomi a preoccupare il Presidente del Consiglio. «Questi nomi sono di gente onesta e capace. Le rose sono molto più ampie, sto vedendo. Stiamo lavorando non su singoli nomi, ma sulle squadre. Per queste società, per Fs, Anas... stiamo cercando di definire strategie chiare, uomini legati a queste strategie. Posso assicurare che un paio di persone di alto livello mi hanno detto di no», aggiungendo che il diniego è venuto soprattutto sulla difficoltà di poter mantenere gli obiettivi che il governo vuole che siano raggiunti. Una cosa, però, dalla sue parole è certa. Gli attuali ad di Alitalia e Ferrovie della Stato avrebbero perso il sostegno della politica. E una delle conferme è arrivata anche dal fatto che l'Anpac, l'organizzazione che rappresenta i piloti, che ha sempre appoggiato il presidente di Alitalia, Giancarlo Cimoli, non è stata invitata al tavolo di ieri. Un segnale abbastanza eloquente sulle intenzioni dell'Esecutivo. Quanto alle Fs le parole dei sindcalisti dell'Ugl sono chiare sul destino che attende Elio Catania: «Ci è stato detto che a giorni verrà individuato il manager che dovrà guidare il rilancio». La sensazione ora è quella che il Governo seguirà tutte le fasi istituzionali. E cioè sentirà il pensiero delle varie organizzazioni sindacali ai vari incontri già convocati (si parte mercoledì prossimo con quello sul trasporto aereo) e solo dopo aver concertato una soluzione anche per il rilancio industriale e commerciale delle due aziende darà il benservito ai due attuali manager. Quanto ad Alitalia tra i nomi che continuano a circolare per sostituire Cimoli ci sono anche quelli di una serie di tecnici come Giovanni Sebastiani (ex ad di Meridiana ed ex dg di Alitalia), e Paolo Rubino ex direttore commerciale della compagnia di bandiera.

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