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Il premier farà contratti con donne, giovani e pensionati «Ho pensato di fare un passo indietro ma era deleterio»

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Sarà forse che quell'accusa generica di «politica delle illusioni» lanciata da Casini nei giorni scorsi, gli dà ancora fastidio, o sarà forse per galvanizzare il popolo degli azzurri, fatto sta che il premier ha ripetuto il concetto sia all'incontro serale con i senatori sia a quello di ieri mattina con i coordinatori regionali. Insomma se qualcuno in piena campagna elettorale si lascia riprendere dalla tentazione di mettere in discussione la leadership di Berlusconi, è avvisato. Il premier ha ricordato a Fini e Casini che lui solo può essere l'asso vincente di questa difficile tornata elettorale. E se in passato, come ha ammesso nell'incontro con i coordinatori regionali, ha pensato di «fare un passo indietro» è stata un'idea fugace. Un'ipotesi di questo genere «ora sarebbe deleteria» ha affermato. «Se mi ritirassi adesso, io l'unico in grado di portare il centrodestra alla vittoria del 2006, non farei il bene di Forza Italia e soprattutto del Paese». Il premier, secondo quanto è stato riferito, si sarebe detto dispiaciuto dell'atteggiamento tenuto in alcune occasioni dai leader Casini e Follini. «Io in cinque anni - ha detto - mi sono preso tutte le responsabilità, ho fatto da scudo per tutti e poi alla fine gli altri si sono fatti belli dei risultati del governo. Ma le responsabilità delle scelte ce le siamo accollate noi di Forza Italia e sembra che alla fine le cose belle le abbiano fatte loro e quelle cattive noi». Eppure nonostante le difficoltà interne alla coalizione e gli attacchi dell'opposizione, il premier ha sottolineato che è l'unico premier che «dopo 12 anni continua a avere ancora il 40% dei consensi personali». Ai responsabili locali del partito, come ai senatori di Forza Italia, il premier ha fatto il punto sull'organizzazione della campagna elettorale spronandoli a non mollare e a «far capire alla gente quanto di buono ha fatto il governo» per strappare voti alla sinistra che «ha avviato una campagna denigratoria contro la Cdl e in particolare contro il premier». Il rischio, da cui bisogna mettere in guardia gli elettori, ha detto Berlusconi, è «che la sinistra tornando al potere trasformi il Paese in un regime limitando gli spazi di libertà che il governo ha garantito». Il premier è tornato all'attacco di Prodi che, ha detto, rappresenta «il vecchio della politica ed è quanto bisogna far capire agli italiani anche attraverso una campagna pubblicitaria mirata non solo a rafforzare l'immagine di Forza Italia ma anche a scoprire il velo sulle falsificazioni e le bugie che l'Unione sta rovesciando sull'operato del governo». Il premier ha ammesso che negli ultimi giorni la Cdl ha subito una lieve flessione nei sondaggi anche a causa delle polemiche sulla riforma del Tfr e dei contrasti interni alla maggioranza. La questione del trattamento di fine rapporto, afferma Berlusconi «non è stata gestita bene». Del futuro programma dice che sarà all'insegna della continuità che significa «ridurre il costo dello Stato e far pagare meno tasse ai cittadini». Berlusconi ai coordinatori regionali ha poi parlato dell'idea, ancora allo studio, di sostituire al contratto con gli italiani, più contratti scritti con le varie categorie in cui è suddivisa la società: donne, giovani e anziani. Berlusconi è anche tornato sul tema della par condicio. La sua convinzione è che dovrebbe essere cambiata anche in relazione alla nuova legge elettorale «ma per ora non si può fare perchè gli alleati, compreso Casini, al momento stoppano l'iniziativa».

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