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Maurizio Costanzo, le "sue" scoperte da Vittorio Sgarbi a Valerio Mastandrea

Fabrizio Finamore
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Attori, cantanti, comici, personaggi della cultura, persino politici, in cinquant’anni di televisione sono innumerevoli i protagonisti del mondo dello spettacolo e dintorni scoperti, lanciati o che hanno accresciuto la loro popolarità grazie a Maurizio Costanzo.Sicuramente grazie alle telecamere del Costanzo Show ha affermato la sua popolarità negli anni ’80 anche un critico d’arte, poi divenuto politico, come Vittorio Sgarbi.

E tornando indietro nel tempo, ben prima del «Costanzo Show» ma a «Bontà loro» andò a raccontare i suoi primi libri anche quello che allora era un ingegnere con la passione per la scrittura: Luciano De Crescenzo. Anche lo stesso Fiorello deve molto della sua ascesa alla stima che aveva di lui Maurizio Costanzo che più volte lo paragonò ai grandi showman di una volta e che lo volle non solo al «Costanzo Show» ma anche a «Buona Domenica» e al forse meno ricordato «La febbre del venerdì sera» del 1996.

 

Che dire poi dello storico conduttore di Striscia la Notizia Enzo Iacchetti? In molti ricordano ancora le sue performance sul palco del Parioli in cui non potevano mancare le sue originali poesie bonsai. Ma il tema comici meriterebbe quasi un capitolo a parte per l’attenzione che Costanzo aveva anche verso l’eterogeneo mondo della risata (e in questo la coincidenza di vederlo morire esattamente 20 anni dopo la scomparsa di Sordi fa pensare). Passare da Costanzo, per quella postazione laterale del palco, era per molti comici quasi una consacrazione. E allora ecco che anche Enrico Brignano rese popolari alcuni suoi racconti sul palco del Costanzo Show così come Antonio Giuliani che più volte tornò al Parioli per proporre i suoi esilaranti monologhi.

 

Così come memorabili rimangono da Maurizio le parabole raccontate da Giobbe Covatta, le battute estemporanee di Lello Arena, il sarcasmo caustico di Gioele Dix, l’ironia e l’autoironia di Dario Vergassola, le canzoni di Stefano Nosei e di David Riondino , le facce buffe di Gianni Fantoni, o più recentemente quella di Dario Bandiera e Massimo Bagnato ma anche la comicità poi esplosa di nomi che sono diventati dei punti di riferimento nel loro genere come Claudio Bisio, Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni.

 

Comici a parte ci sono personalità poi che l’occhio attento e curioso di Maurizio scovò proprio agli inizi. A Costanzo, ad esempio, deve la nascita del suo percorso anche uno degli attori più popolari del cinema italiano di oggi come Valerio Mastandrea che da giovanissimo si raccontò senza troppe reticenze al suo Show così come fece anche una Selvaggia Lucarelli allora alle prime armi con blog e prime esperienze in Rete. Ma sarebbe infinita la lista dei talenti che il grande giornalista romano ha saputo mettere in luce: l’ironia di personaggi come Platinette, la musica di artisti come Francesco Baccini o le performance «piede chitarra e voce» di Alex Britti, la spontaneità di attori come Nik Novecento, Ricky Memphis o le prime performance di show girl come Afef Jnifen (secondo alcuni notata da Tronchetti Provera proprio in quelle occasioni). Insomma non è esagerato dire che tutti questi artisti hanno avuto modo di mettersi in luce proprio accanto a lui, rispondendo alle sue domande attente e mai banali. «La domanda successiva deve nascere sempre dalla risposta», insegnava ai suoi studenti, di certo furono proprio quelle domande a dare forza e luce alle peculiarità di ognuna di queste sue tante piccole grandi scoperte.

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