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Soumahoro, sulle coop esce di tutto. Affitti non pagati e il caso dei fondi anti-caporalato

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L'ultimo filone dell'inchiesta aperta dalla procura di Latina sulle cooperative gestite dalla suocera e dalla moglie di Aboubakar Soumahoro, il deputato autosospesosi dal gruppo Verdi-Sinistra e paladino delle lotte dei braccianti, coinvolge i fondi anti-caporalato. Una svolta paradossale. Sotto la lente degli inquirenti sarebbe finito il progetto regionale PerLa, riporta il Corriere della sera che spiega come la coop Karibu, gestita dalla compagna del sindacalista Liliane Murekatete e da sua madre Maria Therese Mukamitsindo, "non pagò chi aveva lavorato a quel progetto" finanziato da fiondi regionali, e "dovette intervenire il sindacato per un accordo". 

 

Il quotidiano riporta anche le testimonianze di alcuni operatori, tra cui un mediatore linguistico con un passato da bracciante: "Ero già alla Karibu dal 2017. Il progetto è durato altri 4 mesi. Poi è finito. Ma i soldi non me li davano. Mi dicevano che c'erano ritardi. Che mi avrebbero pagato al più presto. Ma non è mai avvenuto: mi sono rivolto al sindacato Uiltucs e dopo mesi, nel luglio scorso, siamo arrivati a un accordo. Spero sia rispettato".

 

Altre evidenze emergono dall'inchiesta. La Stampa riporta che le cooperative finite sotto la lente della procura pontina "non solo non retribuivano i lavoratori né versavano i loro contributi, non solo non pagavano le tasse, ma addirittura non saldavano l'affitto delle varie case dove ospitavano i migranti adulti e quelli minorenni". Sarebbero decine gli appartamenti utilizzati dalle coop Karibu e Consorzio Aid e "molti titolari degli immobili non ricevevano il regolare pagamento dell'affitto". Un proprietario aspetterebbe ancora di ricevere 30 mila euro. Anche in questo caso chi non ha ricevuto il dovuto si è rivolto al sindacato Uiltucs che per primo ha denunciato le anomalie di Karibu e Aid. 

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