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Massimo Cacciari umilia il Pd: “La sinistra non esiste più”. Il consiglio al centrodestra: così vincerai

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Massimo Cacciari a tutto tondo sulle elezioni del 25 settembre. L’ex sindaco di Venezia è stato intervistato da Repubblica e ha dato alcuni consigli al centrodestra in vista dell’appuntamento elettorale: “La destra ce la farà se riuscirà a non esplicitare davvero il candidato leader per Palazzo Chigi e se saprà silenziare gli aspetti più demagogici e straccioni di Matteo Salvini, offrendo nel contempo ricette di ‘destra sociale’, ben lontane da Fratelli d'Italia. Ma è su questo terreno che può entrare in concorrenza anche con settori dell'elettorato del Pd. Giorgia Meloni si sta muovendo con intelligenza, e da qui al voto farà di tutto per essere credibile agli occhi dell'establishment e dell'Europa, distinguendosi nettamente da Salvini. Allo stesso tempo sa benissimo che non le basta un mese per accreditarsi. La destra è pericolosa? Macché”.

 

 

Cosa deve fare la sinistra per vincere? La domanda sorge spontanea ad un ex politico di quell’area: “Ma la sinistra - replica Cacciari - non esiste più, smettiamola una volta per tutte. Mii sembra che debbano percorrere una strada obbligata: Calenda, Renzi, Di Maio, devono esserci alla fine, per forza. Ma la coalizione dovrebbe esprimere un comune sentire, questo è già più difficile, l'ultimo che vi riuscì fu Romano Prodi con l'Ulivo nel 1996. La difficoltà consiste nella convivenza dei tanti galletti, ovvio”.

 

 

Cacciari sminuisce la discesa in politica di Michele Santoro: “La trovo un'operazione velleitaria. Capisco che gli siano saltati i nervi, a me capita ogni cinque minuti, ma poi bisogna guardare in faccia alla realtà e la realtà dice che non è più il tempo di Santoro e di Cacciari”. Poi un finale sulla destra a smentire il pericolo per l’Italia in caso di salita al potere: “Durante la campagna elettorale l'estremismo sovranista scomparirà, non vi è alcun pericolo fascista, pericolo per fortuna cessato negli anni Sessanta e Settanta. Stato totalitario sul modello dei primi cinquant'anni del Novecento? È ridicolo pensare a un suo ritorno”.

 

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