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Negoziati Russia Ucraina in stallo, l'analisi di Paolo Magri (Ispi) a Omnibus: "Perché Putin e Zelensky non si fermano"

Giada Oricchio
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Guerra o pace? Russia e Ucraina cosa vogliono? Paolo Magri, direttore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), ha spiegato a che punto siamo dopo oltre 100 giorni di conflitto e quali sono le prospettive nell’immediato.

Ospite di "Omnibus", il talk del mattino di LA7, lunedì 6 giugno, ha ammesso che la diplomazia non vede luce: “Finora ne abbiamo vista poco e adesso ancor di meno perché nonostante i dati sul terreno che vedono la Russia in vantaggio in queste settimane, entrambe le parti credono di poter vincere. Le forze armate russe perché avanzano inesorabilmente a sud, sud-est tornando a bombardare Kharkiv e gli ucraini pensano di poter vincere perché nei prossimi 10 giorni arriveranno le famose nuove armi”.

Kiev tiene duro forte della resistenza che ha arginato l’invasione e dell’arrivo dei missili a lunga gittata promessi dagli USA e dalla Gran Bretagna, quelli in grado di colpire obiettivi a 80 km di distanza. E’ questo che alimenta la speranza di riconquistare i territori occupati dai militari di Putin.

“Se tutti pensano di poter aver successo, il negoziato non comincia, parte solo se uno dei due contendenti ha il dubbio di perdere ed è disposto a fare concessioni per evitare che l’altro abbia vantaggi eccessivi” ha spiegato l'esperto Paolo Magri prima di confermare che gli Stati Uniti sono meno arrembanti in questa fase: “Nel giorno in cui l’amministrazione americana annunciava un salto importante cioè di dare altri missili, ma meno potenti di quelli a sua disposizione, l’intervista di Biden è stata molto cauta. Si attende, ma sicuramente c’è una postura negativa dell’Ucraina su un negoziato”.

 

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