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Paolo Magri (ISPI) a Omnibus e la previsione azzeccata prima della parata di Putin. L'affondo sulla Nato

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Nel giorno della parata militare in Russia per celebrare la vittoria dal nazifascismo Paolo Magri, vicepresidente esecutivo dell’ISPI, annuncia che difficilmente, dopo 77 giorni di ostilità, Vladimir Putin potrà annunciare il successo in Ucraina e questo è un merito indiretto della Nato. Previsione azzeccata quella dell'ospite di "Omnibus", nella puntata di lunedì 9 maggio. Magri in collegamento con il talk mattutino di LA7 prima della parata russa ha ricordato che “chi dà le carte è Putin” e che Jens Stoltenberg, segretario nazionale della Nato, non ha mai detto che gli alleati si opponevano a una Crimea russa essendo prerogativa esclusiva del presidente ucraino Volodymyr Zelensky decidere i termini di un eventuale negoziato.

Poi ha spiegato quanto sia importante il ruolo della Nato in questo conflitto: “Il sostegno ha la forza di creare le condizioni di arrivare a trattative dignitose, altrimenti oggi Putin starebbe per dichiarare la vittoria. E qui c’è tutta la polemica italiana tra il sostegno per evitare la resa vergognosa e chi fa capire che bisognerebbe fare di più cioè colpire la Russia per indebolirla e cambiare regime”.

Magri ha voluto sgombrare il campo dalle ambiguità: “E’ vero che l’Italia ha approvato una legge che dà armi all’Ucraina, ma il ministro della Difesa Guerini ha ribadito che non verranno inviati missili a lunga gittata. Tradotto vuol dire che non ci siamo schierati con la Gran Bretagna o i Paesi baltici che sono un po’ più aggressivi su cosa può fare la Nato per sostenere il popolo ucraino”. La pace, secondo il docente di relazioni internazionali, è possibile solo con la pressione non della sola Nato, ma di un insieme di Paesi: dalla Turchia alla Cina passando per la l’Europa e l’India.

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